A cosa porterà la crociata di Danilo Iervolino contro gli arbitri ed in particolare contro il designatore Rocchi? Invocare le dimissioni di colui che sceglie i fischietti per ogni gara è come mettere in discussione tutta la categoria e Iervolino lo ha fatto senza mezzi termini, prendendosi subito, per vie traverse, la risposta della casta arbitrale affidata ai vari salotti calcistici da dove opinionisti, giornalisti ed ex arbitri hanno a grande maggioranza difeso l’operato di Marinelli di Tivoli, fischietto del derby di sabato perso dalla Salernitana per tante concause. Generoso, si dica pure tecnologico, il rigore concesso al Napoli. Da rivedere con più attenzione il contatto Demme- Tchaouna sul gol del vantaggio partenopeo. In mezzo, però, resta la buona prova di una Salernitana che era in emergenza per le assenze ma anche per le omissioni della società che sapeva delle defezioni e delle difficoltà e che non è intervenuta per tempo. Contro il Milan la Salernitana sfiorò una vittoria che sarebbe stata meritata, subendo gol nel recupero. In quell’occasione, essendo ancora chiuso il mercato, era scontato che Inzaghi dovesse fare con quel che aveva in casa che non era poco se si considera che nella formazione titolare figuravano Coulibaly e Dia. Dopo la vittoria di Verona, sapendo che Pirola e Kastanos sarebbero stati fermi per diverse settimane e che tre calciatori sarebbero partiti per la Coppa d’Africa, la società ha dovuto dare priorità alle uscite per via dell’indice di liquidità. Ed ecco la cessione di Mazzocchi al Napoli prima della partita con la Juventus, affrontata da Inzaghi senza volti nuovi e con la tegola dell’espulsione di Maggiore sul punteggio di uno a zero. La rimonta e il sorpasso dei bianconeri furono figli anche di qualche errore individuale che si è ripetuto anche a Napoli. Errori dei singoli, ma anche di gestione complessiva dei finali di partita dove ci vorrebbe più lucidità che, però, è qualcosa che si ha quando in campo si ha la giusta dose di freschezza fisica (di qui l’importanza di cambi all’altezza) e di qualità (di qui la necessità di intervenire per tempo sul mercato). Ci si può rammaricare per l’incomprensione fra Fazio ed Ochoa come per la stecca di Ikwuemesi sul rinvio che diventa un assist per il difensore del Napoli sul gol del due a uno, ma ci si deve anche rammaricare per la gestione della punizione a favore al minuto novantacinque su cui anche dalla panchina sarebbe stato opportuno consigliare calma e prudenza. Si è provato il colpo grosso, è arrivata una sconfitta beffa. Se da un lato la voglia di vincere anche contro avversari più forti fa ben sperare per il futuro, perché rende l’idea di una squadra che si sente in grado di sfidare alla pari chiunque, dall’altro bisogna prendere atto che una rosa così corta e risicata non possa garantire la rimonta salvezza. E’ chiaro che il rientro di Maggiore ed il progressivo recupero di Kastanos e Pirola alleggeriranno l’emergenza, ma bisogna anche aggiungere altri calciatori di spessore a chi è già in organico. Si fosse fatto qualcosa di più già per le prime gare del nuovo anno, probabilmente la Salernitana avrebbe raccolto il giusto premio per le prestazioni offerte senza neanche doversi più di tanto appellare agli arbitri. Un inciso, poi, sulla questione va fatto. E’ anche legittimo e comprensibile che un allenatore possa chiedere spiegazioni all’arbitro o che un presidente possa invocare più rispetto, alzando anche un po’ la voce come ha fatto Iervolino, che è comunque rimasto all’interno dei binari del garbo e della civiltà. Da giorni, però, su scala nazionale si parla del referto di Guida che, nel caldo post partita della gara con la Juventus, ha riferito di un tentativo di aggressione da parte di un tesserato granata, il preparatore Vincenzo Laurino, che è stato fermato dal giudice sportivo per un mese “per avere, al termine della gara, sul terreno di giuoco, pur non essendo inserito in distinta, assunto un atteggiamento intimidatorio nei confronti del Direttore di gara e contestato, rivolgendo una critica irrispettosa, l’operato arbitrale” si legge nelle motivazioni, che aggiungono un altro particolare: “successivamente seguiva l’Arbitro nel tunnel che adduce agli spogliatoi cercando ripetutamente il contatto fisico che non avveniva solo per l’intervento di alcuni dirigenti della propria squadra”. Il club granata non ha fatto certo una bella figura in questo caso e, come sempre, ci sono modi e modi anche perché è un attimo per passare dalla ragione al torto.
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