Distanti e silenti, Claudio Lotito e Marco Mezzaroma da troppo tempo non fanno irruzione sulla scena granata. I patron non si sono sentiti in dovere di dare un segnale nemmeno dopo l’incontro tra i tifosi che ha portato alla decisione di provare a riempire l’Arechi per dare vita ad una robusta contestazione in occasione della gara col Cosenza. I patron avrebbero potuto giocare d’anticipo, uscendo allo scoperto, mostrandosi disponibili ad un pubblico confronto a Salerno per chiarire intenzioni presenti e future. Il 25 gennaio, quando la Salernitana ospiterà il Cosenza, saremo a sei giorni dalla chiusura del mercato e, si spera, per quella data la società avrà mosso passi importanti e concreti nella direzione del potenziamento della rosa. I precedenti, però, inducono al pessimismo visto che molto spesso la Salernitana si è ridotta all’ultimo secondo, senza riuscire neanche a piazzare un colpo davvero importante ma limitandosi, a giochi fatti, a sciorinare tutto un repertorio di frasi fatte. Non basta contattare i calciatori per sentirsi in pace con la coscienza. Bisogna anche saperli invogliare ad accettare Salerno e, nel caso di rifiuto ad oltranza, si può volgere lo sguardo altrove visto che il mercato offre tantissime soluzioni. Se davvero si vuole investire, poi, figurarsi se sia così difficile portare a casa gli obiettivi che ci si è prefissati. Lo scorso anno, proprietà e dirigenza tornarono da Milano con i contratti di Lopez e Calaiò dopo aver incassato i no di Dezi e Ceravolo per i quali erano stati stanziati due milioni di euro. Appunto, se si ha voglia di investire, l’ultimo dei problemi è convincere i calciatori perchè, se anche uno dovesse rifiutare, ce ne sarà pronto a dire sì un altro di pari livello. Ecco perchè proprio in questa fase, col mercato aperto ed un intero girone di ritorno da affrontare, ma anche con la tifoseria in fermento ed alla ricerca di unione al suo interno ma anche di risposte che devono necessariamente arrivare dall’esterno, quindi dalla proprietà, la presenza e le parole di Lotito e Mezzaroma sarebbero state importanti. Non ci si può mostrare solo in occasioni ufficiali, ma bisogna sentire la causa al punto da spingersi fino al sud dell’impero anche in momenti di apparente tregua. Il silenzio e la distanza di Lotito e Mezzaroma sono dannosi in quanto privano la piazza di certezze e punti di riferimento, lasciandola in preda alle sue domande, alle sue frizioni, ad un clima quasi surreale in cui continua a recitare il ruolo di deus ex machina il diesse Fabiani, plenipotenziario di fatto del club granata e non meno responsabile dei patron di questa situazione così anomala. Aver mortificato, fino a sedarla, la passione della piazza, che pure ha dato segnali importanti per il Centenario ma anche con la massiccia presenza allo stadio nelle prime gare stagionali, è una colpa precisa e specifica dei patron e del loro dirigente di riferimento a Salerno. Ed il silenzio dei due cognati è quello di chi è colpevole e non può certo chiamarsi fuori. Eppure, solo pochi giorni fa, la tifoseria ha ancora una volta teso una mano, laddove in molti si sarebbero aspettati una chiusura totale, magari una diserzione ad oltranza, e proprio in ragione di ciò dai patron sarebbe stato lecito attendersi, a stretto giro, una replica che avesse il fine di costruire qualcosa di solido ed importante per il futuro partendo da basi diverse. Nulla di tutto questo. La Salernitana avrebbe potuto e dovuto dare un segnale forte fin dall’inizio del mercato ed invece ha fatto trascorrere dieci giorni senza alcuna ufficialità. Nè, per giunta, ha sfruttato la sosta per provare con i fatti, con le parole e con la presenza in loco, a ricompattare l’ambiente. Peccato, perchè vuol dire che il passato non ha insegnato nulla.
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