IMPRESA CAPITALE, FESTA AL RITORNO

L’abbraccio virtuale in cui si erano stretti venerdì mattina all’Arechi aveva sancito una sorta di patto. A Roma, contro la Lazio, la Salernitana avrebbe giocato con una motivazione ulteriore per dare gioia e soddisfazione alla sua tifoseria, lasciata a casa dalle decisioni delle autorità competenti. Vuoto il settore ospiti dell’Olimpico, pieno il cuore dei tifosi granata. Orgoglio e passione, giubilo e senso di rivalsa: quante emozioni e quante sensazioni hanno riempito il pomeriggio di una domenica in cui Salerno ha vissuto la partita in maniera diversa dal solito, visto che in città erano rimasti anche quei tanti che sono sempre al seguito della squadra. Il calore con cui la tifoseria avevano salutato la squadra all’Arechi ha lasciato tracce evidenti nella testa dei calciatori granata che ieri hanno interpretato la partita non facile contro una delle migliori formazioni della Serie A con coraggio ed intelligenza. Chi era presente sugli spalti dell’Olimpico non ha represso la propria gioia ed anche la commozione per un risultato che ha anche un valore simbolico. Si è chiuso un cerchio, forse è cominciata un’altra era, sicuramente anche ieri sera la Salernitana ha confermato di avere tutto per stare nel salotto buono del calcio italiano senza sentirsi una specie di imbucata e senza doversi rimettere alla clemenza altrui. E, forse, oltre a sognarla, la tifoseria granata un po’ ci aveva fatto un pensierino alla vittoria. Una idea affascinante che ha preso ancor più piede dopo la parata di Sepe su Vecino. Evitato lo 0-2, da quel momento la Salernitana ha cambiato passo e ci ha creduto per davvero. I gol di Candreva, l’ex di turno, di Fazio, ex romanista, e la zampata finale di Dia hanno steso la Lazio e fatto scattare la festa in campo e negli spogliatoi. E festa è stata anche in città. Gli ultras hanno dato appuntamento a tutti alle 24 al Mary Rosy e la strada litoranea è diventata l’epicentro della passione granata. Tantissimi hanno raccolto l’invito ed hanno atteso l’arrivo del bus sociale. Fumogeni e fuochi d’artificio, cori ed applausi ed il fuori programma regalato da Ribery che, osannato dai tifosi, è sceso tra la folla per festeggiare. E’ sembrato di rivivere le scene vissute in occasione del ritorno al Volpe dei granata dopo la vittoria in casa del Pordenone che spalancò le porte della massima serie. Ieri sera, in fondo, quella voglia di fare festa tutti insieme non era solo una rivalsa per non aver potuto seguire la squadra a Roma, ma era anche un modo per affermare orgoglio e senso di appartenenza di una piazza che in A vuole starci a lungo e non da semplice comparsa. I calciatori hanno lasciato il Mary Rosy a bordo delle proprie auto a tarda notte, stanchi ma felici per aver regalato a se stessi ed ai tifosi una notte da ricordare. Oggi, però, si volta pagina. Tutti in campo per scaricare tossine e scorie della fatica dell’Olimpico e cominciare a pensare alla Cremonese.

Autore dell'articolo: Redazione