La prossima serie B resta ancora un’incognita. Tante le “x” al momento. Partendo dalla vendita dei diritti televisivi, passando per la questione mutualità fino ad arrivare all’incertezza sui nomi (e pure sul numero) delle squadre che parteciperanno al prossimo torneo di seconda divisione.
Venerdì prossimo si chiuderanno le trattative private per la cessione delle esclusive tv nazionali, faccenda tutt’altro che semplice viste le pesanti cifre in ballo, e i club si riuniranno in assemblea a Milano. L’auspicio del presidente Balata è quello di giungere a una fumata bianca quanto prima, assicurando ossigeno alle casse della B ed alle stesse società. Ma la forbice è ancora troppo aperta e la chiusura conseguentemente lontana. Il bando è stato rivisto con l’introduzione di un pacchetto per la trasmissione in chiaro degli anticipi di campionato. I 60 mln annui chiesti inizialmente sono una chimera. L’impressione è che non si riesca a chiudere neppure per la metà. Sky – esclusivista uscente – ha già allargato i cordoni della borsa per la serie A e non sembra voler fare altrettanto per la B. Sarebbe già una vittoria, insomma, confermare i 20 mln a stagione, 60 per triennio.
Ma il grosso dei club di B non molla. Un ruolo importante lo gioca Mezzaroma, consigliere Lega B e membro del direttivo. È tra i capifila della corrente che vuole adeguare i ricavi della serie cadetta a quelli degli omologhi tornei nella vecchia Europa: annualmente la Championship inglese incassa quasi 140 mln solo in diritti tv, la Liga2 spagnola 150 (comprese mutualità), la ZweiteLiga tedesca addirittura 185.
Restare senza tv penalizzerebbe la Lega B, troppo stretti i tempi per creare una piattaforma autonoma. La sensazione è che un accordo si troverà tra contendenti (Sky, Mediaset, Perform, MediaPro, Fox, Eurosport, Eleven Sports) sulla scorta di quanto fatto in Serie A. L’ipotesi spezzatino ci può stare. La logica della spalmatura delle partite vorrebbe l’occupazione dei tasselli lasciati vuoti dal massimo campionato, che alla domenica vedrà solo 3 match. Per ora, la Serie B fa sapere di voler disputare “una o più gare in anticipo il venerdì a partire dalle 18, una o più gare il sabato dalle 14, una o più gare la domenica dalle 12, un posticipo il lunedì dalle 18”, aggiungendo di “mantenere facoltà di modificare il calendario”.
Dipenderà anche dal numero di squadre. Il solito caos estivo. Oggi il Tribunale Federale si pronuncerà sul caso Foggia, per cui la procura ha chiesto la retrocessione in C a causa dei pagamenti in nero di 37 tesserati risalente a due anni fa. E poi la grana Cesena: ieri l’Agenzia delle Entrate ha respinto il terzo tentativo di rateizzazione dei debiti presentato dal sodalizio romagnolo, che non ha corrisposto ai tesserati gli emolumenti degli ultimi tre mesi e si avvia verso la mancata iscrizione, con conseguente fallimento. Meno grave ma comunque importante la difficoltà del Bari che, tuttavia, pare più vicino a una ricapitalizzazione con contenimento dei costi futuri.
Capitolo Ripescaggi. Ternana e Siena sperano. Ma, tra le righe, la Lega B fa capire di non tralasciare anche un’altra possibilità, spulciando il bando degli anticipi in chiaro: “Pacchetto composto da un totale allo stato di 42 gare in caso di campionato a 22 squadre, ma che può diventare inferiore, prima dell’inizio o nel corso delle stagioni, in caso di campionato per qualsiasi motivo o causa a 20 o 21 squadre”. Curiosità Coppa Italia, cambierà sponsor: addio Tim Cup, può subentrare Trenitalia.