“La decisione dell’ispettorato del lavoro di Napoli, che porterà agli uffici territoriali di Potenza e Matera le ispezioni nel Vallo di Diano, è l’ennesimo schiaffo subito da chi non conosce il territorio e ha già scippato a questo comprensorio il Tribunale”. Così Luigi Vicinanza, sindacalista della Cisal provinciale, commenta la decisione che poterebbe i lavoratori del comuni di Sala Consilina, Teggiano, Montesano sulla Marcellana, San Pietro al Tanagro, Atena Lucana e Monte San Giacomo a doversi sobbarcare in media tra i 50 e 120 chilometri per una visita medica.
“Ora è facile parlare, ma vorrei capire dove erano i nostri amministratori locali quando è stato deciso tutto questo. Non si può arrivare a conti fatti su una faccenda che rischia di mettere in ginocchio la zona sud della provincia di Salerno. Portare un lavoratore a Matera o a Potenza ha un costo non indifferente, che ovviamente pagheranno gli imprenditori e gli operai. Purtroppo a decidere è stato chi adesso comanda in Europa e sta portando in Basilicata tutto quello che c’era nel Vallo di Diano. Questo avviene con buona pace del Pd salernitano perché, forse, in piena campagna elettorale non è consigliabile alzare un polverone”.
Vicinanza attacca anche il presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora. “La sua mobilitazione a posteriori potrebbe valere veramente a poco e lo stesso discorso vale per i suoi colleghi sindaci del Vallo di Diano”, ha spiegato. “Se la vicenda sarà gestita come l’Arechi Multiservice non oso immaginare i risultati. Non ci sono tante cose fare: i sindaci dei comuni interessanti si incatenino davanti ai propri Municipi per ribadire che il Vallo di Diano merita di più”.