La gioia per aver individuato una soluzione di salvezza oggettiva e percorribile non deve offuscare le difficoltà che restano sul percorso tortuoso che dovrà consentire di completare il piano presentato al Ministero dello Sviluppo Economico. All’entusiasmo dei 52 dipendenti, minacciati di licenziamento collettivo dalla multinazionale Jindal, ed oggi davanti ad una
prospettiva di ricollocazione con la proposta di reindustrializzazione del sito dei vicini di “casa”, la Jcoplastic di Antonio Foresti, fa da contraltare la concretezza dello stesso imprenditore. Dopo aver presentato il piano al Mise, Antonio Foresti oggi ha illustrato ulteriori dettagli della procedura alla stampa, evidenziando che molti aspetti sono proprio nelle mani degli stessi lavoratori. Tutti dovranno accettare il passaggio e sottoporsi a specifici percorsi formativi per entrare nell’organizzazione aziendale Jcoplastic. ” Per noi è sicuramente un motivo di grande soddisfazione, ma chiedo cautela perché ciò che doveva avvenire, ossia l’intesa tra le imprese, c’è stato- ha dichiarato Foresti- ma ora toccherà ai lavoratori scegliere se seguire le nostre idee sul quel sito che sono molte”. Foresti ha confermato di aver avviato i colloqui con i lavoratori, ma non si è sbilanciato sui tempi, attribuendo responsabilità ai lavoratori su qyuesto aspetto. Raccontando della trattativa, Foresti ha accennato ad un percorso difficile legato alla differenza culturale: ” Ad un certo punto sono stato tratto anche in inganno rispetto al punto di vista con cui noi trattiamo i programmi, ma alla fine si è trovata una quadra”.