KO AL MENTI: LA DIFESA DI VALENTINI

La sconfitta del Menti ha rappresentato il capolinea dell’avventura di Roberto Breda sulla panca granata. Con una media di un punto a gara, il trainer veneto non ha dato la svolta. Breda non ha avuto il coraggio di applicare ciò che aveva anche pensato probabilmente di fare perché l’allenatore veneto è sicuramente più preparato e capace di incidere su una squadra rispetto a quanto non abbia dimostrato a Salerno. E’ un peccato capitale di questa società aver bruciato una bandiera, una delle poche della storia granata, consegnando a Breda una patata bollente senza pensare che Salerno per lui fosse qualcosa di più di una semplice tappa professionale. Breda non ha avuto la lucidità e la freddezza per gestire la cosa ed è forse anche stato tirato per la giacca della tuta come se fosse stato immerso in una tempesta di venti che spiravano in direzioni ostinate e contrarie. Ha provato ad accontentare tutti, a mediare, a rispettare gerarchie che invece andavano azzerate e rovesciate. A Castellammare ha presentato Njoh e Stojanovic e le scelte sono state completamente sbagliate. Rimasto in dieci, avrebbe dovuto aggiustare l’assetto tattico con il 4-4-1. L’arbitro Marchetti ha valutato male alcune situazioni, ma il rammarico maggiore è dato dal fatto che, in dieci e sotto di un gol, la Salernitana ha giocato anche meglio rispetto al primo tempo in cui era apparsa bloccata e senza idee. A fine partita, il ds Valentini ha voluto spostare l’attenzione sull’arbitro quasi negando che la classifica e il rendimento della squadra da gennaio in poi fossero preoccupanti e deludenti.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto