Atti “restituiti” al Tribunale del Riesame di Salerno per valutare eventuali e nuove esigenze cautelari. Così la Cassazione ha respinto l’ipotesi di carcerazione per l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. I giudici si sono espressi in questi termini sulla vicenda partita nel settembre 2015 quando il pubblico ministero antimafia Vincenzo Montemurro consegnò gli avvisi di garanzia al sindaco di Scafati, alla moglie, il consigliere regionale Monica Paolino, al fratello di Aliberti, Nello, alla segretaria Immacolata Di Saia e allo staffista Giovanni Cozzolino, con le accuse di corruzione elettorale e voto di scambio. Pur ritenendo fondati gli indizi di colpevolezza, il presidente della sesta sezione della Corte di Cassazione, ha accolto in parte le considerazioni del procuratore generale che aveva richiesto una misura alternativa al carcere per Pasquale Aliberti e per i due Ridosso, disponendo l’integrazione del provvedimento con il quale il Tribunale del Riesame di Salerno lo scorso 26 novembre aveva chiesto l’arresto per i tre. Appresa la buona notizia l’ex sindaco di Scafati si è sfogato su Facebook: “Una grande gioia dopo mesi di grande sofferenza sul piano umano. Gioisco per la mia famiglia e per gli amici che in queste ore mi hanno dimostrato vicinanza, amore e una grande sensibilità. Ringrazio la magistratura, i miei avvocati. Un abbraccio forte alla mia gente, il mio popolo, a chi in questi anni mi ha sostenuto con passione ed energia. Non provo, invece, alcun odio nei confronti dei mercenari, di quanti hanno raccontato bugie, di quanti hanno provato a distruggere prima l’uomo e poi il politico, di quanti si erano organizzarti per festeggiare il mio arresto: solo pietà umana per la loro impotenza e violenza”.
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