Sarà la procura di Potenza guidata da Francesco Curcio a gestire l’inchiesta sul traffico di rifiuti che, partito dall’azienda SRA di Polla e giunto in Tunisia, dove un’inchiesta che ha portato all’arresto del Ministro dell’Ambiente, ha messo in moto una procedura per il rientro dei 213 containers, fermi da un mese al Porto di Salerno.
La lunga fase di stallo è stata legata proprio al conflitto di competenze tra la procura di Salerno, titolare dell’inchiesta per la presenza di 6390 tonnellate nello scalo commerciale di Salerno e quella di Lagonegro, competente per l’area di Polla. Ora toccherà al procuratore Curcio Decidere su come andare avanti.
I sigilli apposti da Noe e Guardia di Finanza di Salerno dovranno essere rimossi per caratterizzare i 33 container con il supporto dell’Eda e della Regione Campania.
L’ipotesi che si è fatta avanti nei giorni scorsi, è che questa operazione, in un primo momento ipotizzata dopo il trasferimento nell’area di Persano individuata per lo stoccaggio dei rifiuti, venga invece effettuata direttamente nel porto di Salerno. Solo una volta effettuata la verifica si procederà allo spostamento, fermo restando che se la natura dei rifiuti sarà innocua il trasferimento potrà avvenire, con buona pace delle popolazioni che nel frattempo sono insorte sul territorio di Serre ed Albanella, della piana del Sele contestando l’arrivo dei containers carichi di rifiuti.