All’inferno e ritorno, tutto in un amen. La vittoria più bella colta nella maniera più affascinante possibile, segna un punto di snodo di fondamentale importanza nella stagione della Salernitana perchè dopo il Partenio Lombardi nulla dovrà essere più come prima. E se Minala entra di diritto nella galleria degli “indimenticabili”, al pari di Breda e Lazzaro prima di lui eroi nelle straregionali, una menzione speciale la merita Alberto Bollini che in un sol colpo si è liberato di pesi e zavorre, condizionamenti e cattivi pensieri. Paradossalmente il 2 a 0 con il quale l’Avellino stava seppellendo tecnico e squadra è andato di lusso al tecnico mantovano perchè, ormai sull’uscio dell’esonero, ha finalmente fatto di testa sua, infischiandosene di consigli e consiglieri. Artefice del proprio destino, conscio del fatto che una sconfitta, per giunta pesante, lo avrebbe consegnato ad un esonero certo, probabilmente già scritto, Bollini ha rispolverato “in limine mortis” il suo credo offensivo. Non è vero, allora, che saltati gli schemi la Salernitana ha avuto gioco facile, è proprio l’esatto contrario; perchè Bollini ha vinto con merito il derby sul piano tattico ridisegnando la Salernitana nel modo più congeniale a quel tipo di partita, rafforzando le fasce, passando alla difesa a quattro, affiancando un centrocampista dai piedi buoni al fianco di Minala e un attaccante a Rodriguez. In quel preciso istante Bollini ha stravinto la partita a scacchi con il suo dirimpettaio e non sarebbe onesto nasconderlo. Ecco, allora, che l’impresa del Partenio, l’innegabile carica di adrenalina che porta con sè la vittoria in irpinia avrà un senso e un impatto positivo sulla stagione dei granata, proprio come avvenne nel lontano 94′, solo se – finalmente – si lascerà lavorare in maniera serena e rispettosa il trainer mantovano; dovesse, invece, proseguire l’inutile stillicidio di frecciate e bordate tutto sarà vanificato, rimarrebbe solo la gioia di una vittoria bella ma fine a se stessa. L’auspicio è che sull’onda lunga del successo ad Avellino la Salernitana possa finalmente costruire qualcosa di diverso e più importante, ma bisognerà volerlo con i fatti, non a chiacchiere. In che modo? Riportando tutto in un alveo di normalità, lasciando lavorare in pace il tecnico, concedendogli anche la possibilità dell’errore, senza metterlo costantemente sulla graticola, ricreando intorno alla squadra un clima di sano entusiasmo, di partecipazione collettiva, evitando inutili e dannose contrapposizioni. Che ognuno faccia il suo: le “invasioni di campo” producono solo guasti e rovine.
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1 commento su “LA RIVINCITA DI ALBERTO BOLLINI”
Rino
(Ottobre 16, 2017 - 2:31 pm)Complimenti Marcello Festa. Un articolo sano e pieno di verità.
Mi è piaciuto il taglio. Si parla poco di aspetti tecnici ma di uomini, persone e condizioni ambientali ottimali per portare avanti un progetto tecnico.
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