LA SALERNITANA SBATTE SUL PALO: PASSA LA JUVE

La Juventus è convalescente, ma all’Arechi passa senza grossi problemi. Certo, la squadra di Allegri tira pure un sospirone di sollievo quando il sinistro di Ranieri a botta sicura si infrange sul palo interno, ma prima e dopo l’episodio sfortunato per i granata, la superiorità tecnica ed il dominio tecnico della partita sono stati incontestabili ed incontestati. Giro palla fluido come poche volte le è capitato in questa stagione in chiaroscuro, squadra costantemente nella metà campo avversaria, Dybala libero di colpire tra le linee come nell’occasione del fulmineo “uno- due” con Kulusevsky dopo il quale ha lasciato partite un sinistro al fulmicotone che Belec non ha neanche visto partire. Il raddoppio di Chiellini è stato annullato dopo una revisione Var per fuorigioco di Kean sugli sviluppi di un calcio piazzato di Cuadrado su cui il portiere granata è intervenuto a mano aperta, dando l’impressione di non aspettarsi la conclusione diretta verso la propria porta dell’esterno destro colombiano. Sulla sua corsia destra nel primo tempo la Salernitana ha sofferto tantissimo: Pellegrini e Bernardeschi hanno messo in grave difficoltà Kechrida e Veseli ed il tunisino ha rischiato di combinare più volte la frittata, commettendo falli ingenui e sicuramente da evitare in prossimità dell’area di rigore. Troppo bassa nella difesa della sua porta, la Salernitana non è mai riuscita a ripartire, soffrendo anche per l’incapacità di Simy di sottrarsi alla guardia di Chiellini. Il nigeriano non ha mai difeso palla per far salire i compagni, facendosi vedere solo per una incornata nell’occasione dell’unico cross prodotto quasi dal fondo dai suoi compagni. Come già in altre partite, Bonazzoli ha dovuto giocare da raccordo tra i reparti, sfiancandosi per aiutare i compagni nel presidio degli spazi e restando molto lontano dalla zona in cui avrebbe potuto incidere di più. In mediana s’è rivisto Capezzi dal primo minuto ed il capitano di serata ha potuto almeno mettere minuti nelle gambe. Difficile, quasi impossibile, reggere il confronto sul piano fisico e tecnico con i dirimpettai della Juve. D’impatto la coreografia con cui la curva sud ha accolto le squadre in campo e reso omaggio a Rocco Hunt. La conferma che Salerno viva dimensioni parallele: da una parte il campo e la passione per la squadra e la maglia, dall’altra un presente fatto di tribolazioni societarie per le quali resta diffuso il malcontento verso l’attuale dirigenza. E su questo punto la spaccatura fra le varie anime del tifo granata è solare e fa rumore. Nella ripresa il palo di Ranieri ha rappresentato il momento topico in cui la Salernitana ha accarezzato e subito visto svanire il sogno di pareggiare: un palo che vale come una metafora di questa travagliata stagione in cui la A, raggiunta a maggio, sembra quasi essere evaporata prima dell’iscrizione a causa delle vicende societarie. Il raddoppio del neo entrato Morata, con la complicità di Belec, ha chiuso ogni discorso ed il calcio di rigore regalato alle stelle del cielo dell’Arechi da Dybala ha posto fine in maniera quasi comica ad una gara vissuta senza tanto pathos per l’evidente divario di forze in campo. Non era ieri l’occasione giusta per fare punti, ma la domanda è sempre la stessa: quando, come e contro chi la Salernitana figlia del trust sarà in grado di conquistare punti per dare spessore materiale ad un simulacro di un’idea chiamata serie A?

Autore dell'articolo: Nicola Roberto