LA SALERNITANA SI RIALZA IN LAGUNA

Nel recupero, in superiorità numerica, la Salernitana conquista ancora una volta tre punti fondamentali al Penzo. Sull’isola di Sant’Elena, in Laguna, sembra quasi esserci qualcosa di magico che ispira e sostiene la squadra granata. Dai rigori del 2019 al successo dello scorso anno, per non parlare di quello del ’98, fino all’incredibile epilogo della sfida di ieri. La Laguna è ancora una volta amica della Salernitana che nel momento più difficile è risorta grazie ad una ripresa di carattere, ma anche soprattutto per merito di un sontuoso Franck Ribery, per il quale Colantuono ha invocato la clonazione. Il numero sette e capitano granata si è ancora una volta incaricato di indicare ai compagni la strada da seguire, svolgendo un ruolo tecnico ed emozionale di grandissimo impatto. Trafitta dal sinistro di Aramu in avvio, la Salernitana ha cercato di non disunirsi, giocando spesso e volentieri nella metà campo veneziana, provando a sfruttare la spinta di Zortea a destra, per la prima volta titolare nel 4-3-1-2 proposto da Colantuono, e la voglia di riscatto di Bonazzoli, a sua volta tornato in campo dal primo minuto. Kastanos e Djuric sono stati i più pericolosi nel primo tempo, ma è nella ripresa che la Salernitana ha cambiato passo quando ha acceso la luce, abbagliando tutti con la sua classe, il numero sette che gioca a Salerno. E’ stato lui a dare il via all’azione del pareggio, prima con un colpo di tacco, poi con il passaggio per Bonazzoli, bravissimo, a sua volta, a lavorare la palla con il sinistro e a dosare, sempre col piede forte, il rasoterra affilato che ha spiazzato Romero, pronto a coprire il palo più lontano. L’episodio più discusso del match ha visto protagonista ancora Ribery, fiondatosi su un pallone vagante a ridosso dei venticinque metri veneti e messo giù da Ampadu, sanzionato da Di Bello, forse su segnalazione dell’assistente, per chiara occasione da gol. Rosso diretto confermato anche dopo la verifica al Var e furia dei locali che confezionavano paradossalmente le migliori occasioni per tornare in vantaggio proprio dopo essere rimasti in dieci. Passato al 4-4-2 con Gondo e Simy a dare nuova linfa all’attacco, Colantuono poteva esultare all’ultimo istante grazie all’uscita vuoto di Romero che consentiva a Schiavone di siglare il più classico e facile dei gol dell’ex.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto