La sola presenza, a volte, fa la differenza. Al cospetto di Mario Balotelli la Salernitana capolista si è sciolta più della neve che era stata ammonticchiata ai lati del prato dell’ex Brianteo di Monza. Sotto il capello calzato ben stretto sulla pelata Adriano Galliani si sarà compiaciuto delle sue intuizioni piuttosto costose di mercato. Boateng ha inventato tra le linee, Balotelli ha segnato al primo pallone toccato chiudendo l’anno con un gol ad una squadra di Lotito, stessa maniera con cui lo aveva iniziato. Da Brescia- Lazio a Monza- Salernitana, per l’ex bad boy del calcio italiano è cambiato tanto, mentre per la squadra di Castori è cambiato poco o niente in termini di classifica e di conoscenza di se stessa. Non c’è molto da dire sulla gara di ieri. Il Monza era più forte sulla carta e lo ha confermato sul campo, schiacciando sul piano tecnico- tattico ed anche sul piano mentale la Salernitana, apparsa spaesata ed intimorita dinanzi alla traboccante qualità dei brianzoli come e più di quanto fosse acacaduto a Brescia e Ferrara ed anche nella partita interna con il Lecce, l’unica chiusa senza danni. Insomma, la qualità fa la differenza nelle singole partite e sul lungo periodo ed alla Salernitana questo ingrediente manca, specie quando si confronta con formazioni di un certo spessore. Nessuno si senta offeso, per carità. Si può vincere anche attraverso altre strade, ma il gioco in verticale funziona quando hai la forza per reggere la prima ondata e non farti travolgere dalla marea. Il centrocampo granata ieri è stata sommerso sul piano fisico e tecnico da quello brianzolo. Poteva capitare, conoscendo le caratteristiche dei componenti dei due reparti, ed è capitato. Niente drammi, niente processi. La Salernitana che ha conquistato 31 punti è questa, nel bene e nel male. Quando vince e quando perde. Se il risultato la premia, allora si loda la grande capacità di non far giocare l’avversario, di star chiusi e ripartire alla faccia dello spettacolo. Quando si perde, ci si rende conto che non sempre quelle prerogative possono bastare. L’importante è non pretendere sempre miracoli da un gruppo solido e sano, che accarezza l’idea di vivere un 2021 da protagonista ma a cui andranno aggiunti rinforzi mirati e di spessore per aiutarlo a restare in alto. Quanto in alto lo decideranno le ultime tre partite del girone di andata e le strategie di mercato del club che, si spera, agisca con la giusta tempestività. Ieri il Monza ha segnato tre gol. Avrebbe potuto segnarne sei. La Salernitana può rammaricarsi per il potenziale pareggio fallito da Anderson, è vero, ma bisogna essere obiettivi: la differenza c’era e s’è vista. Battere il Pordenone sarà una missione meno impossibile e sarà quella la partita in cui le armi note della Salernitana potranno e dovranno farsi valere.
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