Anche il basket alza bandiera bianca ed è sempre più vicino a proclamare la conclusione anticipata della stagione. Il volley, invece, non molla e terrà aperto ancora uno spiraglio, almeno fino a quando sarà possibile. Anche il calcio non vorrebbe arrendersi, ma i tempi stringono e non tutti pensano che la soluzione ideale sia quella di giocare fino a luglio inoltrato. Sarebbe, però, questo lo scenario anche alla luce delle dichiarazioni del Ministro dello Sport che ha sottolineato come non sia possibile ipotizzare un ritorno in campo per il tre maggio. Spadafora ha anche aggiunto che non è praticabile l’ipotesi di far riprendere gli allenamenti ad aprile, anzi che non ci si potrà ritrovare sul campo tutti insieme per l’intero mese. Insomma, nella più ottimistica delle ipotesi, le squadre potrebbero riprendere gli allenamenti a maggio e quindi il ritorno in campo non avverrebbe prima della terza settimana del mese, ragion per cui, pur comprimendo al massimo i calendari, chiudere entro il trenta giugno sarebbe impossibile. In serie B la questione ripartenza è particolarmente sentita dal Benevento, primo in classifica e desideroso di veder ratificata la sua promozione in massima serie. Il presidente del Frosinone, Stirpe, ha lanciato una proposta che consiste nella possibilità di far riprendere questa stagione anche dopo l’estate, spalmando il campionato su più mesi fino ad arrivare al suo naturale epilogo. Per fare ciò, sarebbe necessario allungare di un anno tutti i contratti di allenatori e calciatori. La proposta di Stirpe lascia abbastanza tiepidi, se non freddi, gli altri presidenti. E’, però, una delle idee da vagliare per provare a ripartire. Con dieci giornate di stagione regolare ancora da disputare, oltre a playoff e playout, anche la serie cadetta è ancora ben lontana dal traguardo e, visto lo scenario attuale, pensare ad una ripartenza prima della seconda metà di maggio ad oggi risulta impossibile. Di certo, il lungo stop avrà conseguenze anche dal punto di vista economico ed i presidenti sono pronti a chiedere ai calciatori un sacrificio. La riduzione degli ingaggi sembra la risposta più immediata e scontata a fronte di uno stallo totale che non dipende da nessuno ma che, purtroppo, incide sui conti dei club.
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