Chissà cosa avrà pensato Carmine Rinaldi, il Siberiano, l’ultras per antonomasia, il punto di riferimento di tante generazioni di tifosi, a cui è stato dedicato il triangolare di ieri sera all’Arechi nel vedere la curva sud, che porta il suo nome, letteralmente spaccata, divisa, fratturata in più parti. Due anime, forse più, cori diversi, che si alternavano, si sovrapponevano fino a contrastarsi, posizioni diverse e bersagli diversi.
Il disagio e il disaccordo sono figli di vecchi contrasti, che ieri sono venuti a galla senza mezzi termini. Gli Ums sono rientrati in curva, hanno capovolto il proprio striscione, come il Nuovo Centro Storico che ha esposto «Salernitanitá» a testa in giú, e hanno manifestato dissenso contestando Lotito e Fabiani. Neppure a dieci metri di distanza, ultras di altre sigle – capofila la Nuova Guardia – si sono invece sintonizzati su un’altra colonna sonora con un altro lanciacori. Le telecamere del Gruppo Operativo Sicurezza e quelle a bordo campo erano tutte rivolte verso la torcida con le forze dell’ordine a vigilare che tutto si svolgesse senza incidenti. E per fortuna così è stato, ma una curva così divisa, così distante, così lontana nelle posizioni non si era mai vista. La faticosa armonia nel nome del Siberiano, alla presenza dei gemellati, è stata preservata, ma è chiaro che vanno fatte riflessioni serie ed importanti sulla geografia del tifo a Salerno e in curva sud.
Il triangolare dell’amicizia è cominciato con un lungo striscione. «Bari, Reggio e Salerno: un gemellaggio nel nome di Carmine, indissolubile come il suo ricordo». Gli ultras granata, pugliesi e amaranto hanno rinnovato l’amicizia nel nome del «Siberiano», indimenticato capo ultras. Le tifoserie amiche si sono scambiate baci e abbracci, hanno brindato con birra, cenato insieme in città. Il patto d’amore e il ricordo del vecchio leader hanno, però, coperto a fatica poi le vistose «crepe» in curva Sud, dove è stata evidente la spaccatura tra gruppi salernitani.
Striscioni anche per il campione del mondo di pallanuoto, Vincenzo Dolce: «Il tuo oro è orgoglio per questa città, Enzo Dolce simbolo di salernitanità». Premiata la famiglia del Siberiano: targhe alla sorella Luigina, al fratello Enzo, alla moglie Barbara, alla figlia Eliana.