Dalla pratica alla teoria. Dai diversi e variegati interventi riabilitativi in piscina ad una riflessione teorica ad ampio raggio sul valore della neuropsicomotricità in acqua. Ad ospitarla il Renzullo Centro di Riabilitazione di Sarno, che ha fatto della terapia neuropsicomotoria in acqua un valido supporto nei piani di trattamento integrati dove l’acqua, come è stato spiegato anche nel corso del convegno dalla dottoressa Rosa Passerini, diventa un elemento di rinforzo perché dà la possibilità soprattutto ai pazienti più piccoli di sentirsi avvolto e protetti da uno speciale contenitore. Ad introdurre i lavori, dopo i saluti del direttore sanitario Maria Elena Porciello, il neuropsichiatra infantile Marco Carotenuto che si è soffermato sull’importanza del
neuropscomotricista, figura chiave nella presa in carico del bambino ed estremamente articolata per la delicatezza e la competenza del ruolo. Poi la parola proprio a loro: alle persone che in acqua lavorano al fianco dei pazienti, molti dei quali piccoli ed affetti da autismo come nei casi raccontati da Emanuela Varriale o da disturbi comportamentali come illustrato da Sarà Esposito. L’ausilio dei video ha mostrato concretamente al pubblico presente nella struttura del presidente Nello Renzullo come l’acqua funzioni in determinate patologie, diventando in alcuni casi il primo ostacolo da superare come ha evidenziato nel suo intervento la neuropsicomotricista Silvia Vozzolo.
L’intero convegno ha visto al tavolo anche il decano dei giornalisti campani Ermanno Corsi al quale non è sfuggita l’occasione per una riflessione più ampia sulla sanità campana.