Ordinava di minacciare Francesco Avallone, ex fidanzato della figlia del sindaco di Pollica, Angelo Vassalo, anche dal carcere dove è stato rinchiuso dopo l’estradizione dalla Colombia. Bruno Humberto Damiani, il “brasiliano”, unico indagato per l’omicidio del sindaco Pescatore, servendosi del fratello Stefano e dei fratelli Materazzi, Augusto e Walter di San Mauro Cilento avrebbe ripetutamente cercato di costringere Avallone a cambiare versione in un processo per spaccio di droga in cui era imputato. È tutto contenuto nelle intercettazioni a suo carico venute fuori durante il processo che si sta celebrando presso il tribunale di Vallo della Lucania. Damiani, il fratello Stefano e i fratelli Materazzi sono accusati di minaccia aggravata dal metodo mafioso. Nell’udienza di venerdì scorso davanti al collegio presieduto dal presidente del Tribunale Gaetano De Luca si è appreso che sia durante le indagini che durante il processo per spaccio di droga a carico di Damiani, le intercettazioni non sono mai cessate. Sono state effettuate anche nel carcere di Secondigliano in cui era detenuto dopo il rientro in Italia. In questo modo i carabinieri sono venuti a conoscenza di alcuni interventi dei fratelli Damiani difesi dall’avvocato Antonio Sarno, insieme ai fratelli Materazzi, diretti a far mutare versione ad Avallone e quindi cercare di evitare la condanna. Le minacce sono continuate anche durante lo svolgimento del processo di primo grado celebrato presso il tribunale di Vallo e chiusosi quest’anno con la condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione per Damiani. La sentenza è stata emessa dal giudice Lombardo. Per le minacce ad Avallone, “illustre vittima“da tutti conosciuto a Pollica perché, all’epoca dell’omicidio del sindaco-pescatore, era il fidanzato della figlia, è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due fratelli Damiani ed é stata loro contestata l’aggravante del metodo mafioso. La vicenda si inquadra nel contesto delle indagini svolte dopo l’omicidio del sindaco Vassallo, quando le intercettazioni telefoniche disposte dell’autorità giudiziaria consentirono di individuare anche persone dedite ad altri reati compresa la cessione di stupefacenti. Tra gli intercettai anche Avallone che avrebbe acquistato dello stupefacente da Damiani. Si aggrava dunque la posizione del Brasiliano dopo la condanna non definitiva da parte del tribunale collegiale di Vallo a sei anni di reclusione riportata a maggio in altro processo relativo ad un’associazione a delinquere costituita per tenere una lotteria illecita organizzata nel 2006 e l’ulteriore condanna per spaccio di droga. La conclusione del processo è prevista per l’inizio del prossimo anno.