LEGAMBIENTE BOCCIA IL FIUME SARNO

Su trenta punti campionati lungo il fiume Sarno soltanto sei meritano un giudizio positivo, confermando il grave grado di sofferenza del fiume e dei suoi principali affluenti, dovuto a scarichi di reflui urbani e industriali non depurati, all’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi dell’agricoltura, alla profonda manomissione degli ambiti perifluviali ridotti ai minimi termini. Legambiente rinnova alla Regione Campania e agli enti preposti di avviare tutte le azioni per completare al più presto l’indispensabile rete di infrastrutture depurative e intraprendere controlli sempre più serrati contro chi continua a scaricare abusivamente.

Sono questi, in sintesi, i risultati delle indagini condotte da Goletta del Sarno, una campagna di monitoraggio del fiume Sarno promossa da Legambiente Campania e realizzata da Leonia – circolo Legambiente Valle del Sarno in collaborazione con la rete dei circoli Legambiente del Bacino del Sarno e il supporto tecnico della azienda Hach. Il dossier Sarno è stato presentato questa mattina – presso il Cafè Panta Rei di Sarno – da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente; Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania e Luca Pucci, del circolo Leonia Valle del Sarno che ha coordinato la campagna, alla presenza di Giusy Lofrano, professore a contratto di Valutazione e Controllo Ambientale presso il Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno. La presentazione è stata preceduta da una navigazione di un breve tratto del fiume Sarno da parte degli attivisti di Legambiente, realizzata grazie alla collaborazione di Campobase Rafting, nella zona di Lavorate.

I risultati della monitoraggio ricordano ancora una volta che il fiume non nasce inquinato, ma subisce le aggressioni delle carenze del sistema fognario-depurativo che non copre tutti gli insediamenti abitativi, dell’agricoltura che usa fertilizzanti chimici e fitofarmaci, dell’industria che non tratta adeguatamente i propri scarichi idrici.

Autore dell'articolo: Marcello Festa