Una figuraccia a livello internazionale che ha lasciato tutti scontenti. Soprattutto la Salernitana, anello debole – purtroppo – di una catena… arrugginita. Leggerezza, improvvisazione, sottovalutazione, c’è di tutto nell’affare Bielsa che ha stravolto piani e progetti costruiti a tavolino dalla proprietà. Il Loco ha beffato Lotito e Lotito se l’è presa con la Salernitana strappando alla “secondogenita” Simone Inzaghi, il promesso e mancato sposo.
Il problema è che anche a Roma non l’hanno presa bene e lo stesso Inzaghi Jr. ha storto il muso e battuto i pugni fin quando non ha avuto garanzie di poter allenare la Lazio anche in campionato. Un disastro tecnico e mediatico, insomma. Ma se a Roma a certe improvvisazioni di Lotito non erano abituati, a Salerno c’hanno ormai fatto il callo. Quella di quest’anno non è la prima falsa partenza della Salernitana targata Lotito-Mezzaroma. Anzi. A riavvolgere il nastro di un lustro ci si accorge che è quasi una regola nella vincente ma quanto mai complessa e complicata storia d’amore tra i due imprenditori romani e il club granata.
E’ già successo nella prima stagione in Lega Pro quando, dopo un estenuante tira e molla venne ingaggiato Nanu Galderisi messo poi alla porta dopo tre giornate per far nuovamente posto al ritorno di Perrone che aveva guidato il Salerno Calcio tra i professionisti. E cosa dire della stagione successiva quando Perrone attese le garanzie tecniche promessegli da Lotito fino alla vigilia della partenza per il ritiro di Chianciano prima di gettare la spugna e salutare la compagnia per far posto a Sanderra catapultato nel giro di poche ore dalla poltrona di casa al campo? Sbagliando s’impara, verrebbe da dire. Neanche per sogno. Nuovo giro, nuova corsa. Nuova stagione, nuovo corso tecnico, identico epilogo. La Salernitana ingaggia Somma, ma l’avventura del tecnico ex dell’Empoli dura lo spazio di un ritiro. Chiuso il romitaggio in Trentino con qualche mugugno di troppo, colpa di giocatori promessi e mai arrivati, Mario Somma è ormai ai ferri corti con Fabiani. L’addio si consuma nello spazio di un amen, con più di una zona d’ombra sulla vicenda. La squadra passa nelle mani di Leonardo Menichini. Il resto è storia nota. Di queste ultime due stagioni. Menichini vince il campionato e sebbene fosse legato alla Salernitana da un altro anno di contratto viene maldestramente allontanato per far posto a Torrente a cui, poi, sarebbe subentrato nel girone di ritorno. Proteso con il gruppo verso il raggiungimento del traguardo salvezza, il tecnico di Ponsacco deve però quotidianamente confrontarsi con il fantasma di Inzaghi annunciato sulla panchina granata con larghissimo anticipo quando ancora i granata non avevano la certezza di mantenere la categoria. L’ultimo capitolo di un romanzo avvincente ma per molti versi triste, soprattutto per l’orgoglio della tifoseria salernitana, è però quello che si è appena scritto. Inzaghi, da oltre un mese allenatore in pectore della Salernitana, da tempo a lavoro per costruire la sua squadra, addirittura in contrasto con Lotito per la scelta dei collaboratori tecnici da portare a Salerno per una importante e stimolante avventura da “primo”, viene stoppato e dirottato a Formello per guidare le aquile. Un disastro autentico perché con una sola mossa Lotito ha fatto arrabbiare tutti…