C’è stato un tempo in cui Claudio Lotito trascorreva a Salerno anche le festività pasquali, passeggiando per il centro cittadino insieme a sua moglie, Cristina, ed a suo figlio, Enrico. Storia di non molti anni fa, di quella primavera 2015 in cui il feeling tra il patron e l’ambiente salernitano era ai massimi storici e culminò con il bagno di folla all’Arechi in occasione della festa per il ritorno in serie B. Sono passati solo tre anni eppure quei momenti sembrano appartenere ad un’altra era. Sarà che nel calcio tutto accade in fretta e si tende a guardare sempre avanti, senza riuscire neanche ad assaporare le emozioni e le gioie del presente, ma sta di fatto che tra il patron e la tifoseria granata non c’è più quella combinazione di amore ed odio che faceva da stimolo alle due parti in causa. Lotito ha saputo trarre ispirazione dalle critiche e dalle contestazioni della piazza, riuscendo a centrare il ritorno in B nel giro di pochi anni; dal canto suo, la tifoseria non ha fatto mai mancare sostegno e calore anche quando le cose non andavano nel verso giusto. Questa dialettica a suo modo amorosa tra le parti pare essersi interrotta, come se la passione che animava entrambi si fosse esaurita ed ognuno si fosse attestato sulle sue posizioni convinto di aver fatto il massimo. E chissà che domani, domenica delle Palme, giorno che nella tradizione cristiana è dedicato alla riconciliazione, non arrivi un segnale di disgelo. Preso dagli impegni elettorali ed istituzionali, oltre a quelli imprenditoriali, il patron ha disertato l’Arechi negli ultimi tempi, saltando finanche l’appuntamento col derby di due settimane fa. Domani potrebbe essere l’occasione giusta per tornare all’Arechi e tendere una mano ai tifosi. Dopo le dichiarazioni dei mesi scorsi, cui seguirono forti prese di posizioni della tifoseria, Lotito ha preferito defilarsi, restare in silenzio per un po’, almeno ufficialmente. Di sicuro, con dirigenti e staff tecnico il filo non si è mai spezzato e la presenza del patron resta forte, ma ora la tifoseria attende un altro cambio di passo. Lotito e Mezzaroma devono traghettare la Salernitana verso la terza salvezza consecutiva in B, ma, al tempo stesso, gettare le basi per un futuro fatto di certezze. Il che non vuol dire serie A per forza, ma semplicemente una programmazione lineare ed illuminata, tesa a garantire un futuro sempre più roseo per la Salernitana, prossima a tagliare il traguardo dei suoi primo cento anni di vita.
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