A 24 ore dall’inchiesta fatta scattare dalla Procura di Napoli sull’illecito impossessamento di denaro destinato all’assistenza agli immigrati da parte di Alfonso De Martino, presidente e titolare della associazione napoletana onlus “Un’Ala di Riserva”, arrestato assieme alla compagna dalla Guardia di Finanza, la Caritas di Teggiano Policastro, per voce dall’avvocato Renivaldo Lagreca, risponde all’accusa di presunta ipotesi secondo la quale nelle proprie casse sembra che finissero parte dei guadagni illeciti realizzati sugli aiuti ai migranti.
“Massima serenità e piena fiducia nella giustizia auspicando, però, che tutto possa definirsi in tempi rapidi, una rapidità almeno simile alla velocità con la quale, in spregio ad ogni riservo istruttorio, si è dato amplio risalto mediatico ad una ipotesi di accusa.
L’accusa nei confronti di don Vincenzo Federico è, a dir poco, surreale. Si badi, secondo il provvisorio capo di imputazione, non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati ma la spendita dei detti ticket money in schede telefoniche. Ora , dopo aver precisato l’ovvio e, cioè, che non siamo titolari di compagnie telefoniche, sarà assai agevole per gli inquirenti verificare che nessuna ricarica telefonica ha interessato la Caritas di Teggiano-Policastro. Auspico che tanto si possa fare con massimo puntiglio e velocità a tutela non solo dell’onore e decoro di persone perbene ma, soprattutto, perché la missione che quotidianamente svolgono don Vincenzo Federico ed i suoi collaboratori non può rimanere offuscata neppure da un sospetto.
Voglio aggiungere che già in tempi non sospetti fu proprio don Vincenzo Federico a segnalare al Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione l’inopportunità di procedere con la consegna dei ticket money perché, cito testualmente: “tale situazione favorisce un mercato “illegale” dei poket money che vengono “tramutati” in contante trattenendo, da chi lo fa, una illecita provvigione (se mi dai il blocchetto che vale 75 euro ti do 50 euro in contanti) ” a fronte di tale preciso allarme – che è servito a far mutare il sistema – il procurato vilipendio mediatico è profondamente ingiusto.
La Caritas non è meritevole di tanta offesa mediatica. La Caritas con diuturno impegno e dedizione offre il proprio sostegno allo Stato nel fronteggiare l’emergenza immigrazione.”