L’uomo dalle battaglie impossibili, lo sportivo dalle sfide difficili ha perso la gara con la vita. Antonello di Cerbo, il papà della ginnastica artistica salernitana di è spento nella notte dopo aver perso la corsa contro una difficile malattia. Lo chiamano il Pazzo solo perché non si piega, è un uomo libero e forte, difende le sue idee anche a costo di essere poi perseguitato, punito e combattuto.
Il suo motto: “La politica torni ad essere servizio”. Unico difetto: E’ un Leale testardo. Come non condividere le parole che sono scritte nel suo lungo ed articolato curriculum per descriverlo, aggiungendo un sorriso ed una battuta sempre per tutto e tutti. Sessanta anni, marito di Carmen Guarino con la quale ha pensato e realizzato il progetto Rete Solidale, la casa del terzo settore nella quale sono state portate avanti decine di iniziative. In una città che ancora aspetto il palazzetto dello sport, Antonello Di Cerbo avuto il coraggio di riqualificare lo spazio abbandonato negli ex locali della Regione Campania in via generale Clark e farla diventare fucina di talenti per il gruppo di ginnastica artistica che ha consentito alla città di Salerno di collezionare decine di medaglie d’oro e di allevare i campioni .
Non è stato abbastanza però per consentirgli di approdare al suo sogno. La guida della lega nazionale. Evita messa in Davvero difficile elencare tutte le attività messe in piedi. Il centro ippico destinato alla riabilitazione dei ragazzi disabili nonno Emilio, il lido balneare, la pizzeria e gli appartamenti per i ragazzi disabili, sono alcuni dei progetti. La passione sportiva ereditata dai figli è condivisa con la passione per Francesca e Gianmarco, è stata condivisa con la passione per la politica. Candidato per la prima volta alle Regionali 2020 con Vincenzo De Luca, Antonello risulto primo dei non eletti con oltre 8000 preferenze. E sono altrettanti almeno le persone del mondo dello sport , della riabilitazione, della medicina sportiva, del sociale che lo che lo hanno stimato e voluto bene, e che oggi si stringono attorno a la famiglia, e a Carmen Francesca e Gianmarco nel rispetto della loro richiesta di affrontare il dolore nella massimo riserbo possibile.