Il gruppo pentastellato, dopo le ulteriori chiusure di esercizi commerciali, soprattutto nel centro cittadino, punta il dito contro l’amministrazione comunale di Salerno fino ad oggi rimasta “sorda e disattenta” alle richieste e ai bisogni dei cittadini. Non è solo il corso vittorio Emanuele la strada principale del commercio salernitano a vivere difficoltà legate soprattutto al costo degli affitti di locazione che ha raggiunto livelli del tutto ingestibili per gli operatori, ma anche per le altre zone della città dove ai costi fissi di gestione delle attività bisogna aggiungere un calo dei consumi.
Il caso è oggetto di riflessione anche da parte dei consiglieri pentastellati Catello Lambiase e Claudia Pecoraro che se da un lato non trascurano un’assenza di alternative per r far sì che il rumore delle saracinesche che si abbassano per sempre si allontani sempre di più., allo stesso tempo sollecitano proprio il comune di Salerno a pianificazione azioni che possano incentivare il commercio, sulla scorta di quanto si mette in moto durante il periodo delle luci d’artista.
Un appello da parte dei consiglieri del M5S Lambiase e Pecoraro anche all’assessore al commercio Alessandro Ferrara, affinché si possano prendere in esame una serie di sgravi per tasse e tributi per chi avvia un’attività commerciale.
Per assurdo il periodo della pandemia, con gli aiuti da parte dello Stato, è stato affrontato con meno problemi dai commercianti rispetto all’attuale situazione e al perdurare di questa crisi dei consumi che – coadiuvata dall’aumento esponenziale del mercato online – ha precipitato i negozi fisici in un profondo pozzo da cui, senza una collaborazione seria tra enti e operatori, è difficile risalire. Assistiamo alla vera e propria desertificazione della strada dello shopping a Salerno in tutti i giorni della settimana, creando non pochi problemi agli operatori, a cui manca sempre di più l’ossigeno. Non essendoci poi un controllo sulle licenze (per via della liberalizzazione del mercato) l’amministrazione dovrebbe almeno produrre un censimento delle attività atto a capire le tipologie delle attività commerciali presenti sul territorio, così da calibrare il proprio operato sugli investimenti privati affinchè possano consentire solo la diversificazione e il miglioramento delle attività (già) esistenti. Tutto ciò ha bisogno però di una pianificazione. Questa situazione è figlia anche dell’inesistenza di associazioni di categoria degne di questo nome o quelle che ci sono, sono state notevolmente depotenziate dall’assoluto silenzio e incapacità all’ascolto delle amministrazioni.
La Camera di Commercio sembra che non faccia altro che avallare, con scevre sponsorizzazioni, soltanto le Luci d’Artista con la complicità di assessori distratti che pare abbiano programmato un decentramento delle attività lontano dal centro cittadino. Oltre i centri commerciali ci sono le nuove zone abitative in periferia dove sono spuntati come funghi locali commerciali di grandi dimensioni che sono per lo più per l’utilizzo della grande distribuzione. La morte delle attività – anche nella zona orientale e non solo al centro – è data dalla completa assenza di politiche commerciali, culturali e turistiche che vanno ad aggiungersi all’assoluta mancanza di una seria programmazione nel settore della mobilità con i parcheggi “fantasma” che non agevolano la già complicata situazione. Ma in una città che non offre nulla ed il degrado sotto ogni aspetto è in continuo aumento, non ci si può aspettare una situazione diversa. Qualcuno l’ha definita “città dormitorio” ed in fondo non sbagliava. Non si può aspettare il fallimento totale per cambiare direzione. Il cittadino, il commerciante e l’imprenditore devono essere al centro del progetto di una Salerno che deve migliorare, che ha ancora margini di crescita e che non può soltanto aspettare di staccare la spina su un letto di morte”.