MERCATO: GENNAIO NON E’ AGOSTO –

Non basta ora annunciare sottoscrizioni di aumenti di capitale, immissioni già avvenute per dar modo a Petrachi di operare in entrata senza dover prima cedere. Gran parte dei guai attuali della Salernitana ha radici nel mese di giugno quando la proprietà aveva ormai deciso per il disimpegno e trattava con Brera Holdings e poi con altri potenziali acquirenti come ha ammesso l’ad Milan nell’incontro di martedì scorso con i tifosi cui ha detto che ci sono state addirittura trenta trattative per cedere la Salernitana che ancora oggi è oggetto di riflessioni e valutazioni visto che c’è un potenziale socio sull’uscio che vorrebbe entrare con forza e dalla porta principale. Se ora Iervolino pensa che i tre milioni e mezzo immessi bastino per sentirsi in pace con la sua coscienza di proprietario e, dunque, di colui al quale più di tutti dovrebbe stare al cuore la prosperità della sua azienda, siamo già, anzi ancora, sulla strada sbagliata. Il proprietario per primo deve essere consapevole che l’andamento della squadra sia pericolosamente orientato verso il basso e che la media di un punto a gara non garantisca la tranquillità in classifica. Se è stato finora elogiato e ha avuto notorietà per la salvezza miracolosa del 2022, ora Iervolino deve aprire gli occhi e cominciare a vedere come realistica la prospettiva che possa essere anche il patron del doppio salto all’indietro. Sarebbe bastato in estate dar modo a Petrachi di fare mercato in entrata con un minimo di autonomia per allestire una squadra più completa e magari anche più sana ed integra fisicamente ed oggi non si sarebbe in queste condizioni. Il ds ha dovuto rischiare e scommettere su calciatori che erano delle incognite e, forse, non ha nemmeno creduto fino in fondo nell’allenatore con cui si era partiti se è vero che oggi la spiegazione fornita per gli infortuni è quella data ieri da Petrachi stesso e cioè un diverso carico di lavoro negli allenamenti che, al momento, ha solo appesantito il saldo già in rosso degli infortuni muscolari. E poi, ora come ora, pur avendo un po’ di liquidità a disposizione non è facile convincere le società a concedere dei calciatori ed anche gli stessi ad accettare la sfida di salvare la Salernitana. Petrachi ha detto di aver ricevuto sette rifiuti da società cui aveva chiesto dei calciatori, rendendo bene l’idea della situazione difficile in cui dovrà muoversi sul mercato. Una punta centrale, un centrocampista di fatica, un esterno sinistro sono le priorità e ciò significa che il mercato estivo e la scelta di puntare su alcuni calciatori o di rinunciare a determinate prerogative (a centrocampo mancano del tutto i mediani puri, quelli sporchi e cattivi per intenderci) non ha pagato. Chi fa gol costa e a gennaio ancora di più. Petrachi ha sondato per Lescano del Trapani e Brunori del Palermo, ma anche per Raimondo e Gytkiaer del Venezia e ha preso nota della possibilità che Soleri lasci lo Spezia. Qualche uscita, come quella di Maggiore ad esempio, potrebbe procurare una sorta di extrabudget ma i rinforzi dovranno arrivare subito e dovranno essere in grado di cambiare all’istante il volto di una squadra che ora pare anche spenta e dimessa, preda della paura di perdere e per questo poco propensa a rischiare. Si dovrà fare un gran lavoro sul mercato e non siamo ad agosto. Questo ha chiarito Petrachi che dovrà allestire una sorta di instant team 2.0 come Sabatini nel 2022 quando, però, Iervolino aveva tutt’altra voglia e tutt’altro entusiasmo. Ecco perché per la Salernitana la priorità indiscutibile resta avere una società forte, vogliosa e capace di programmare e di investire con raziocinio e non incostante ed isterica nell’adottare decisioni tampone e mai davvero figlie di una visione e di una prospettiva. Tre anni dopo il suo avvento, Iervolino è tornato al punto di partenza: servirà una rimonta decisa per conquistare la salvezza, ma per la Salernitana la parola futuro resterà vuota e priva di significato finché si vivrà di scelte dettate dall’emergenza.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto