Tempi grami per i vescovi salernitani. La contestazione che ha toccato monsignor Soricelli è l’ennesimo caso di disobbedienza che la comunità, in questo caso la comunità di Cetara, riserva alla massima istituzione clericale presente sul posto. Oggetto del contendere, anche questa volta, una rotazione di parroci, già in passato nel Cilento come a Salerno, oggetto di anche plateali forme di protesta. Da una parte c’è, infatti, il rigido protocollo della curia che prevede, appunto, dopo un certo numero di anni, l’avvicendamento alla guida delle parrocchie locali di nuovi preti, dall’altra c’è – come nel caso di Cetara appena documentato – il rapporto umano, religioso che si instaura tra il parroco e la comunità e di conseguenza il rifiuto da parte dei fedeli ad accettare un nuovo sacerdote. Vescovi nella bufera. Clamorosi sono gli esempi di Monsignor Rocco Favale, nella diocesi di Vallo della Lucania, e ancor di più la contestazione, approdata in tribunale, dei portatori della statua di san matteo in occasione della processione a salerno in onore del Santo patrono della città.
Fedeli che si ribellano all’ordine clericale che non si riconoscono in talune decisioni che contestano in maniera forte, colorita, un proprio malcontento, vescovi che con sempre maggiore frequenza vengono anche trascinati in vicende giudiziarie, un paradosso se vogliamo ma che si sta diffondendo a macchia d’olio, minando dalle fondamenta quello che dovrebbe essere, a prescindere, un rapporto di assoluta e totale comprensione. E cosa dire di quanto si è verificato quest’anno tra Comune di Salerno e Curia, con uno scambio di accuse tra sindaco e vescovo che ha scosso anche le coscienze più miti. Monsignor Moretti che, trovata una linea d’intesa con i portatori dopo le baruffe di due anni fa, ha messo i puntini sulle i nei confronti del comune vietando l’ingresso della statua a palazzo di città. La reazione delle istituzioni non si è fatta attendere con tutto ciò che ne è scaturito. Qualcuno parla di crisi di valori, qualche altro benedice, invece, il rapporto orizzontale, di fatto assistiamo ad una crescente insofferenza da parte delle comunità nei confronti delle istituzioni religiose anche loro, proprio perchè istituzioni soggette al giudizio della gente.