MORTE ALFANO: LA DIFESA DI COBELLIS

I sanitari della Clinica Cobellis hanno fatto il possibile per salvare la vita di Michele Alfano. La loro condotta è stata irreprensibile. Il dottore Luigi Cobellis, attraverso il suo legale l’avvocato Franco Maldonato spiega nei minimi dettagli il percorso sanitario del quarantenne di Capaccio. “Debbo anzitutto confutare – dice – la illazione secondo cui la clinica avrebbe accolto il paziente per un intervento di chirurgia estetica. Si è trattato di un intervento programmato di riduzione gastrica resosi necessario per prevenire i gravissimi rischi legati all’obesità in un paziente già portatore di cardiopatia ischemica (e per questa ragione già sottoposto ad un’angioplastica coronarica), con  diabete grave insulino dipendente e pneumopatia asmatiforme”.  Dalla clinica di Vallo della Lucania dove Michele è deceduto nella notte tra mercoledì e giovedì ribadiscono che l’intervento di riduzione gastrica, eseguito il 3 novembre  è perfettamente riuscito ed il paziente ha avuto un tranquillo decorso post-operatorio fino al 6 novembre, allorquando è insorto un improvviso collasso cardiocircolatorio prontamente risolto a seguito di ricovero in terapia intensiva per escludere una crisi ischemica.” Da quel momento i sanitari hanno fatto tutto quello che era possibile per salvare la vita di Michele. “Abbiamo contrastato con successo – spiega Cobellis – l’attacco batterico, dagli esami di laboratorio era emerso che nei muchi bronchiali si era indovato un batterio e ci siamo disposti per affrontare il pericolo di una complicanza chirurgica addominale, esclusa da ben due accertamenti strumentali con Tac  eseguiti nei giorni successivi”. Davanti alla fistola emersa soltanto all’esito della terza tomografia nello stesso giorno del decesso, gli operatori si sono disposti correttamente per un intervento mini-invasivo per il quale purtroppo è mancato il tempo necessario, per l’insorgenza di un secondo collasso cardiocircolatorio in un paziente la cui integrità era stata gravemente diminuita dalle gravi patologie che avevano reso necessario l’intervento stesso”. L’ultima tac effettuata il giorno prima del decesso, ha fatto emergere una “raccolta extragastrica per fuoriuscita del mezzo di contrasto attraverso una breccia che si era creata nei tessuti gastrici”. Poichè era urgente chiudere la fistola e tuttavia appariva pericoloso un nuovo intervento chirurgico, i sanitari hanno disposto una protesi endogastrica con posizionamento di drenaggi al fine di svuotare la raccolta. Putroppo le condizioni di Michele sono precipitate, il quarantenne è stato colpito da un nuovo collasso cardiocircolatorio. Tutte le manovre di rianimazione sono state vane, poco dopo la mezzanotte di mercoledì il cuore di Michele ha cessato di battere. Il dottore Luigi Cobellis e tutto il personale della clinica è vicino alla Alfano, attraverso l’avvocato Maldonato ha voluto rinnovare alla  i suoi sentimenti di autentico cordoglio per la scomparsa del loro caro.

Autore dell'articolo: Marcello Festa