MORTE SUB A PALINURO: SI SPEGNE LA SPERANZA, RESTA IL GIALLO SULLE CAUSE

La speranza di ritrovare in vita i tre sub a Palinuro, mai riemersi da ieri mattina, si è spenta a poco a poco, col passare delle ore. L’ipotesi che potessero essere salvi grazie a una ‘bolla d’aria’ purtroppo non era fondata. E così quando si è diffusa la notizia, non ufficiale, dell’individuazione di due dei tre corpi – nel budello della Grotta della Scaletta, un luogo ristretto, dove probabilmente si trova anche la terza vittima – ogni segnale di ottimismo si è perso. E intanto si fanno le ipotesi sulle cause della tragedia. Un malore? Un guasto tecnico? Un errore umano? Forse – ma è solo un’ipotesi che le indagini dovranno confermare – i due più esperti – Mauro Cammardella e Mauro Tancredi – sono tornati indietro per aiutare l’amico in difficoltà – Silvio Anzola – e sono morti con lui. Una lunga giornata quella vissuta oggi a Palinuro. I corpi di Tancredi e Anzola sarebbero stati individuati nel cunicolo della Scaletta dai paleosub dei Vigili del Fuoco durante l’ennesima ispezione all’interno delle grotte di Punta Iacco. Nei pressi si ritiene vi sia anche il corpo di Cammardella, nel tardo pomeriggio non ancora avvistato. E’ stata una doccia fredda sulle già flebili speranze che si erano alimentate durante la giornata. Perché la voglia disperata della gente di Palinuro dalla mattinata di ieri, da quando cioè i tre, insieme con altri sub, si erano immersi senza più riemergere, era di ritrovarli miracolosamente in vita. Del resto, le speranze già ridotte al lumicino nella serata di ieri, hanno subito questa mattina un duro colpo quando i sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno ispezionato la bolla d’aria all’interno delle grotte, nella quale si sarebbero potuti rifugiare i sub, senza trovare traccia dei tre. Le immersioni sono proseguite a ritmo incalzante, tanto da essere necessaria la richiesta, da parte della Capitaneria di Porto di Palinuro, dell’invio di una camera iperbarica per garantire la sicurezza dei soccorritori. Sotto il sole la gente ha continuato a sperare sulle banchine del porto, in particolare le famiglie dei sub, assistite da una equipe di medici e psicologi messa a disposizione dalla Protezione Civile e dalle ambulanze pronte ad intervenire in caso di malori improvvisi. Sul fronte delle indagini il sostituto procuratore della Procura di Vallo della Lucania, Vincenzo Palumbo, titolare del fascicolo di inchiesta avviata sulla tragedia, ha tenuto contatti costanti con la Capitaneria di Porto, partecipando questa mattina ad un sopralluogo nello specchio d’acqua antistante le grotte di Punta Iacco. Nessuna ipotesi al momento viene esclusa, dal malore al problema tecnico, dall’errore umano alla tanto temuta ebbrezza da profondità. Quello che è successo lo chiarirà l’indagine. Anche perché Mauro Cammardella, Mauro Tancredi e Silvio Anzola erano sub molto esperti e in paese si fa fatica a credere che imprudenza o imperizia possano essere all’origine della tragedia.

Autore dell'articolo: Redazione