La rivoluzione di gennaio è fallita. E allora spazio alla Restaurazione. Fallito il primo tentativo si ritorna all’antico. Neppure le garanzie di Lotito sono bastate. “Ora basta, faccio tutto io. Sono sceso in campo in prima persona – sentenziò il co-patron dopo la vittoria con il Brescia – per rinforzare la squadra. Sono arrivati giocatori dalla Lazio, sono arrivati giocatori importanti, ora si va avanti verso la meta…”.
Parole che suonavano come un chiaro segnale di sfiducia nei confronti di Fabiani che non la prese bene… Sembra passato un secolo da quella partita, di certo sono cambiate tantissime cose. E’ cambiata soprattutto la fisionomia della squadra perché di quella massiccia campagna di “rafforzamento” non c’è praticamente più traccia. Basta snocciolare l’undici che scenderà in campo sabato sera per rendersene conto. Degli arrivi di gennaio è in predicato di vestire una maglia da titolare il solo Zito, mentre Gatto si accomoderà in panchina in compagnia dell’acciaccato Ronaldo e dell’impalpabile Bus. Poi più nulla perché la storia di queste settimane ha raccontato di una vera e propria diaspora: Ceccarelli, Bagadur e Tounkara sono già andati via, infortunati, acciaccati, anche sfiduciati, mentre Oikonomidis ha ceduto alle lusinghe della sua nazionale e Prce praticamente non si è mai visto.
Un naufragio, anzi un fallimento certificato dal campo che ha smentito, clamorosamente, i proclami del patron, tradito soprattutto dai suoi “figliocci” laziali, attesi a Salerno come i salvatori della patria, presentati all’opinione pubblica come gioielli luccicanti di una delle “cantere” più prodighe d’Italia ed invece rivelatisi flop totali. Naufragata la rivoluzione tecnica elaborata da Lotito ci si aggrappa al progetto tecnico elaborato da Fabiani per tentare di arrivare in porto, di centrare la meta, sia pure tra mille sofferenze, con una media punti tra le più basse della storia del campionato cadetto. L’obiettivo minimo insomma.
Menichini dovrà aggrapparsi a Tuia, Franco, Pestrin, Moro, Nalini, si spera anche Colombo per poter conquistare la salvezza e mettere la parola fine ad un rapporto mai sbocciato. Alla vecchia guardia, ai pochi superstiti della straripante galoppata verso la cadetteria dell’anno passato si aggiungeranno i soliti noti. I granata scenderanno in campo con il 4-4-2: Terracciano tra i pali; Tuia, Bernardini, Empereur e Rossi in difesa; Nalini, Pestrin Odjer e Zito in mediana con Donnarumma e Coda a comporre il pacchetto arretrato. Ai “vecchi” ed ai… “nuovi” si chiederà di completare il progetto avviato nella scorsa stagione quando, di questi tempi, con la promozione già in tasca, la Salernitana pensava in grande ma clamorosamente perdeva tempo prezioso. Non è passato neppure un anno.
1 commento su “NESSUNA RIVOLUZIONE, SOLO RESTAURAZIONE”
nico
(Giugno 1, 2016 - 11:01 am)ciao eugenio,da ieri sera ed ancora fino ad ora lo streaming non da segni di vita..ieri ho seguito la trasmissione in replica su youtube,stasera spero di ritornare alla diretta
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