OMICIDIO ANGELO VASSALLO, RESA NOTA LA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA –

“La Commissione non può non osservare come in un territorio, morfologicamente così particolare e con tali problematiche di sicurezza e ordine pubblico, soprattutto nel periodo estivo, avrebbero dovuto essere assegnati adeguati strumenti e garantita una sufficiente presenza delle forze dell’ordine”: è una delle riflessioni contenute nel documento con il quale la Commissione parlamentare Antimafia ha commentato l’esito dell’inchiesta avviata sulla uccisione del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, in un documento reso pubblico oggi. “L’omicidio di Angelo Vassallo resta una vicenda torbida, per molti versi sconcertante. Una vicenda in cui si sono scontrate la voglia di scatto di una terra e la volontà di chi intendeva mantenerla oppressa e legata a logiche criminali. La volontà di un uomo che volle dimostrare che lo Stato e le istituzioni non erano entità lontane o nemiche e chi sembra avere privilegiato logiche criminali e interessi connessi a loschi affari. Soprattutto questa è la storia di una famiglia, e di una parte di una comunità civile, che non si è mai rassegnata a ché la vicenda del proprio congiunto venisse dimenticata”. Sono queste le conclusioni della relazione e della commissione per la quale “La storia del sindaco pescatore è una storia di vita”.
“Angelo Vassallo è stato un sindaco ed un amministratore esemplare poiché ha dedicato tutta la sua attività di primo cittadino allo sviluppo del proprio territorio in armonia con la natura che lo circondava. E’ stato costretto a svolgere un’attività di contrasto allo spaccio di droga in prima persona utilizzando i vigili urbani del comune di Pollica in un clima di isolamento che doveva avere reso inquieto e deluso”, si legge nella relazione.

I sospetti sulle attività illegali al porto di Acciaroli
“Che nel porto si conoscessero attività illegali su scala larga era di certo presente allo stesso Vassallo il quale da qualche tempo, soprattutto nel corso della stagione estiva, aveva raccolto voci divenute poi costanti lamentele circa il consumo di sostanze stupefacenti. Angelo Vassallo aveva voluto vederci chiaro per poi prendere misure in prima persona. Più in particolare risulta che alcuni si erano lamentati di alcuni soggetti che si aggiravano nelle ore notturne sul molo del porto. Quello che scoprì il sindaco di Pollica non era evidentemente un fenomeno di piccolo spaccio, ma un traffico più consistente. Il porto di Acciaroli era utilizzato come approdo della droga da smerciare nel territorio del Cilento e oltre”, l’atto d’accusa dei componenti della Commissione Antimafia.

“Solo una parte delle Istituzioni ha cercato la verità”.
Poi, il duro atto d’accusa che i familiari del sindaco hanno portato avanti in tutti questi anni: “Solo grazie ad una parte delle istituzioni che ha continuato ad indagare, anche laddove sembrava insperabile, si può arrivare alla scoperta della verità. E, determinante, è stata l’incessante opera di una parte della famiglia che cerca in tutti i modi di mantenere desta l’attenzione sull’opera, sulla storia personale e sulla morte di Angelo Vassallo. A Dario e a Massimo Vassallo va riconosciuto lo spirito di chi si trova a navigare in mare aperto tra mille difficoltà. La Commissione non ha potuto completare l’inchiesta avviata in ragione dello scioglimento anticipato della Legislatura. Solo un costante e tenace sforzo potrà, nel prossimo futuro, rendere giustizia alla speranza umana e civile di un uomo dalle doti rare”, le conclusioni dell’Anfimafia.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro