Curare i bambini oncologici a kilometro zero. Era questo l’obiettivo dell’associazione Oncologica Pediatrica e Neuroblastoma Open di Salerno che grazie anche all’associazione Trenta Ore per la Vita è riuscita finalmente a realizzare a Salerno un nuovo punto di riferimento non solo per i piccoli ammalati di cancro della Campania ma di tutto il Sud Italia. Stamani all’ospedale Ruggi d’ Aragona di Salerno l’attessissima inaugurazione del reparto di radioterapia pubblica dell’ospedale di Salerno. All’appuntamento che ha registrato tantissime presenze istituzionali e dell’intera comunità ospedaliera ha preso parte anche Lorella Cuccarini, socio fondatore e testimone di trenta Ore per la Vita.
In Italia sono quasi 2.000 i bambini e 800 gli adolescenti che ogni anno si ammalano di patologie oncologiche, e purtroppo si tratta di numeriche tendono ad aumentare. Il cancro è una malattia che inevitabilmente coinvolge anche le famiglie dei piccoli pazienti, spesso costrette ad affrontare “viaggi della speranza” per raggiungere i centri di riferimento e i reparti specializzati. Nel nostro paese sono cinque i reparti di radioterapia pediatrica pubblica di alta specialità, tutti situati da Roma in su. Oggi se ne aggiunge un sesto: finalmente a Salerno un nuovo punto di riferimento non solo per i piccoli ammalati della Campania ma per tutto il Sud Italia.
La struttura di radioterapia pediatrica di Salerno affidata al dr. Giuseppe Scimone nell’ambito della Struttura complessa di Radioterapia diretta dal Dr Davide Di Gennaro da oggi piu’ che mai porrà un freno ai cosiddetti viaggi della speranza verso gli ospedali del nord. Grazie alle Associazioni Open Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma e Trenta Ore Per La Vita onlus il sogno è diventato realtà. Il reparto è stato battezzato l’Isola dei Tesori. Spiagge, arcobaleni, mare e un galeone dei pirati: non è una favola ma il tema dei disegni che decoreranno le pareti del nuovo reparto. Perché le ore in reparto possano essere meno difficili e i piccoli pazienti e le loro famiglie possano vivere con maggiore serenità i delicati momenti delle terapie, nella speranza che curarsi sia come in una favola.