PAROLIN: “AFFIDATEVI A SAN MATTEO CHE VI PROTEGGE” –

Ripartire affinchè ci sia una crescita economica e che si ristabiliscano i legami sociali alla ricerca del bene comune. Che San Matteo possa illuminare anche e soprattutto in questo momento. Con queste parole l’arcivescovo di Salerno, mons. Andrea Bellandi, ha aperto la celebrazione per San Matteo In piazza della libertà. Con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario stabilito, dopo che tantissime persone avevano fatto accesso alla nuova Piazza della Libertà, Salerno ha reso omaggio al suo Santo Patrono dando spazio al solenne pontificale ed affidando l’omelia al Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin.Portatori delle statue seduti tra le prime fila con lo sguardo rivolto ai Santi, in modo particolare San Matto, San Giuseppe, i santi martiri Gaio, Fortunato e Ante che hanno raggiunto la piazza a bordo di furgoni con l’augurio che il prossimo anno possano riprendere il loro cammino con le paranze e il ritorno della processione, molto ridotto l’addobbo floreale anche per la Statua di San matteo, alla quale generalmente ogni anno è stata riservata una preparazione speciale a tema.In prima fila il Governatore Vincenzo De Luca e la compagna, il Questore Maurizio Ficarra, il Prefetto Francesco Russo, il sindaco Vincenzo Napoli, l’assessore regionale Franco Picarone, il presidente della Provincia Michele Strianese, il deputato Enzo Fasano, la parlamentare Eva Avossa, diversi sindaci, i Comandanti delle forze dell’ordine.
Durante il Pontificale, gli operatori del Porto hanno reso omaggio a San Matteo suonando le sirene delle barche.Un 21 settembre diverso, ma particolarmente sentito che ha catturato l’attenzione e l’emozione dei partecipanti sollecitati dalle parole del segretario di Stato Parolin che nel corso della sua omelia facendo leva sulla vita di San Matteo ha rimarcato la sua guida e protezione per la città di Salerno. San Matteo rappresenta la storia di un capovolgimento verso una vita nuova non più ripiegata su se stessa. San Matteo ricorda che i cambiamenti verso il meglio sono possibili. Ci insegna la misericordia di Cristo proprio a partire dai suoi trascorsi. La condotta di San Matteo era stata tutt’altro che esemplare ma si può uscire da un passato fatto di cadute”.
Nel corso del suo intevento Parolin ha ricordato il legame di fedeltà che Salerno lungo i secoli ha sempre conservato con Roma e la sede apostolica, un legame rafforzato anche dalla vicenda di Papa Gregorio VII, qui esiliato, che poco prima di morire fece in tempo a dedicare la cattedrale all’apostolo ed evangelista, ma ance il forte legame con Papa Francesco che proprio nella festa di San Matteo il 21 settembre 1953, nel corso della giornata degli studenti in Argentina scoprì durante la confessione la sua vocazione al sacerdozio.
Piu’ volte Parolin ha pronunciato la parola “cambiamento” , beatitudine della misericordia, e riprendendo le parole di Papa Francesco ha invitato i fedeli ad apire la strada, superando i nostri pregiudizi, le nostre resistenze al cambiamento degli altri e anche di noi stessi. Il cardinale segretario di Stato Parolin ha ricordato. L’ arcivescovo Nicola monterisi che negli anni ‘30 fu autore di una pubblicazione in cui irrideva quanti sono soliti dire «si è fatto sempre così», un passo anche del poeta salernitano Alfonso Gatto in “Consigli spassionati”, che esorta a non dare retta a coloro che atteggiandosi a maestri pensano di essere migliori degli altri. Parolin ha concluso la sua omelia affidando le sue preghiere a San Matteo che continuerà, come ha sempre fatto, a proteggere e guidare Salerno e i salernitani sulla via del bene”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero