Lo scorso 15 settembre si è completato con successo il Merge di Ethereum, ovvero il pacchetto di aggiornamenti che ha definitivamente cambiato il modello di consenso dal Proof-of-Work (PoW) a Proof-of-Stake (Pos). Un evento attesissimo da tutto il mondo crypto, più volte rimandato ma che infine ha trovato compimento. Con questo cambiamento storico, che capovolge il paradigma di partecipazione alla blockchain e le modalità di approvazione delle transazioni, Ethereum insegue un miglioramento delle prestazioni, a partire dalla cospicua riduzione dei consumi energetici: l’ambizioso passaggio al Proof-of-Stake dovrebbe abbatterli addirittura del 99%.
Il comportamento della criptovaluta in queste settimane è particolarmente attenzionato non solo da chi ha inserito Ethereum nel proprio digital wallet, perché non c’è in ballo solo il controvalore del suo prezzo in euro (click here). Finanza decentralizzata, smart contract, NFT: un intero ecosistema si muove intorno alla creatura di Vitalik Buterin ed è interessata a conoscere come sarà il futuro ora che The Merge è realtà.
Con il Merge la blockchain di Ethereum è più veloce
Una delle conseguenze immediate registrate dopo il Merge di Ethereum e il passaggio dal PoW al PoS, è stata la sensibile diminuzione di tempo necessario per la validazione dei blocchi. La velocità di transazione è una delle qualità più importanti per una blockchain e può decretare il successo oppure l’affossamento di una criptovaluta.
Nel caso di Ethereum i primi dati sembrano essere confortanti e hanno registrato una riduzione di oltre il 13% del tempo rispetto al block time medio, ossia quanto impiega un miner o un validatore per completare la verifica delle transazioni. Allo stesso modo, è aumentato il numero dei blocchi che vengono creati ogni giorno: si è arrivati a superare i 7.000 blocchi rispetto al dato di partenza di circa 6.000. L’incremento registrato è dunque vicino al 18%.
Le variabili che condizionano la velocità di una blockchain
La velocità delle transazioni è una condizione necessaria perché una blockchain possa essere davvero scalabile: la rapidità che hanno gli utenti che partecipano alla validazione di scambiarsi dati e informazioni è di notevole importanza. Più fattori concorrono a definire la velocità. Innanzitutto, è da considerare la dimensione del blocco che deve essere creato: più è grande, maggiore è la quantità di dati che può contenere. C’è poi da considerare il tempo di blocco, ovvero la costante che impiega un blocco per essere creato ed è un valore diverso dalla velocità di transazione, che invece è una risultante di più fattori.
Un’altra variabile che incide sulla velocità di una blockchain di creare più o meno velocemente dei blocchi, è rappresentato dal traffico presente in rete. Come è facile immaginare, maggiore sarà il numero di nodi attivi che si stanno scambiando dati e informazioni, più pesante sarà il carico che dovrà sopportare andando a incidere sulla velocità. Infine, ma non meno importante, c’è da tenere in considerazione anche l’entità delle commissioni, che vanno a determinare in maniera progressiva la priorità delle transazioni stesse.
Quale sarà il futuro di Ethereum?
Una blockchain in grado di creare blocchi più velocemente, riesce ad attrarre più facilmente il pubblico, perché abbatte le potenziali ritrosie dovute all’incertezza o anche alla volatilità stessa della criptovaluta. È fondamentale, dunque, che il Merge di Ethereum confermi le prime tendenze, per consolidare il proprio ruolo all’interno del mondo delle criptovalute. Un progetto ambizioso, ma che ha tutte le carte in regola per confermarsi come una pietra miliare nella storia dell’economia decentralizzata.