I militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno, nell’ambito della pianificata attività di polizia economico finanziaria sul mare e lungo la costa, disposta e coordinata dal Reparto Operativo Aeronavale di Napoli, hanno eseguito il fermo di due pescherecci della marineria calabra, operando il sequestro di due reti da posta derivanti ed una tonnellata di pesce spada e tonno pescati di frodo.
Nella mattina del 7 luglio, gli equipaggi delle unità navali G. 88 La Malfa e G.211 Gottardi, durante un mirato servizio di perlustrazione di un’area di mare al largo del Cilento, hanno intercettato due pescherecci intenti ad eseguire attività di pesca illegale mediante l’uso di reti da posta derivanti: uno dei due pescherecci, in particolare, veniva sorpreso durante le operazioni di recupero di una rete da posta derivante del tipo cosiddetto “spadara”.
L’attività descritta, costituisce l’epilogo di un’attenta opera investigativa effettuata, nei giorni precedenti, in tutti i porti della circoscrizione di competenza della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno (che si estende dal golfo di Napoli al confine nord della Calabria), nel corso della quale i militari hanno assunto le necessarie informazioni che hanno poi condotto al risultato di servizio. Il fenomeno della pesca mediante l’uso di spadare è tutt’altro che episodico: i pescatori dediti a questo tipo di attività, provenienti anche dalle marinerie di altre regioni d’Italia, agiscono ormai con estrema prudenza, operando in gruppi di quattro o cinque imbarcazioni, delle quali due restano costantemente impegnate in attenta attività di “osservazione” per verificare l’eventuale arrivo di forze di polizia.
Nonostante tutte le precauzioni adottate, tuttavia, i pescherecci non sono riusciti ad evitare l’azione repressiva operata dai finanzieri che hanno prima intercettato e poi costantemente monitorato le imbarcazioni da pesca mediante le sofisticate termocamere in dotazione alle unità navali operanti, un guardacoste classe “Bigliani” da 27 metri ed un guardacoste classe “Buratti” da 22 metri.
Le operazioni si sono svolte interamente al largo del Cilento, dove i due pescherecci fermati, dopo i rilievi effettuati, sono stati costretti a recuperare gli attrezzi vietati, che sono poi stati sequestrati dalle unità navali della Guardia di Finanza unitamente al pescato, costituito da esemplari di pesce spada e tonno alalunga. Per le infrazioni riscontrate, ai comandanti dei due motopesca, saranno irrogate sanzioni amministrative per un totale di dodicimila euro ciascuno oltre alla sottrazione dei punti sui titoli professionali.
L’uso delle reti da posta derivanti del tipo “spadara” è stato messo al bando per effetto di precise disposizioni della Comunità Europea fin dal 2002 (Reg. CE 1239/98); per comprendere il grave danno recato all’ecosistema marino dall’uso di questo tipo di attrezzo, occorre sottolineare la totale mancanza di selettività delle spadare in termini di varietà di specie pescate: l’obiettivo della pesca infatti, ossia il pesce spada adulto, rappresenta soltanto un quinto delle catture, mentre tutto il resto del pescato viene rigettato in mare morto o morente.
Le reti spadare, negli anni passati, hanno devastato la popolazione mediterranea di capodogli, un tempo comuni e oggi iscritti nella “lista rossa” delle specie ittiche minacciate.
Come di consueto, il pescato posto in sequestro, dopo aver passato il positivo giudizio di commestibilità da parte dei dirigenti veterinari dell’ASL di Salerno – distretto 66, è stato devoluto in beneficenza a sei diversi istituti caritatevoli della provincia di Salerno.