PORTO DI SALERNO, GDF SCOPRE 219 KG DI COCAINA –

Avrebbe fruttato circa 40 milioni di euro alle organizzazioni criminali interessate all’importazione il carico di droga scoperto alle prime luci dell’alba in un’operazione che ha visto al lavoro nel porto di Salerno il nucleo di polizia economica finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno e con l’agenzia delle dogane e dei Monopoli di Salerno. All’interno di un container proveniente dal sud America nascosto in un carico di banane i cani antidroga hanno scovato 219 kg di cocaina proveniente dal sud America. L’indagine è frutto di un lavoro di cooperazione tra le forze di polizia a livello internazionale. Proprio in seguito ad una serie di informazioni sono stati attivati i controlli mirati su tutti i container provenienti dal sud America contenenti banane. è stato il cane antidroga fabbri a rinvenire un primo quantitativo di 171 kg di stupefacente nascosto in sacchi di tela dove l’odore delle banane non è riuscito ad ingannare il fiuto del cane specializzato nella ricerca di sostanza stupefacente. Poi l’ispezione è proseguita arrivando a scovare all’interno dei motori dei refrigeratori occultato nei bagni esterni un altro carico di 47 kg di cocaina. La Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli che fin dal suo primo giorno di insediamento nella cittadella giudiziaria a posto sotto i riflettori l’attenzione sul porto di Salerno considerato crocevia di traffici illegali prosegue ora nel lavoro per risalire a tutta la filiera ed il percorso del traffico di droga a chi era destinata, quali mercati e non si esclude che nelle prossime ore ci saranno ulteriori elementi sull’operazione. Nel luglio del 2020 all’interno del porto furono sequestrati 84 milioni di pasticche di droga e l’inchiesta scaturita da questa indagine ha messo in luce un traffico internazionale che partendo dalla Siria aveva fatto di Salerno un porto di transito fondamentale.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro