Ufficialmente se n’è lavato le mani tanto da far predisporre anche una nota scritta con la quale si diffidava chiunque a mettere in correlazione il ruolo di Governatore con le vicende camerali a Salerno. Ufficiosamente però, e non poteva essere altrimenti, soprattutto in virtù di quanto successo negli anni passati sull’asse Arzano-Cirielli-Caldoro, Vincenzo De Luca ha seguito, sia pure indirettamente, in maniera attenta e capillare le vicende interne alla camera di Commercio di Salerno, le polemiche e le lotte intestine che sino sono avviluppate in queste settimane di vacatio dopo le dimissioni, neanche a sorpresa di Guido Arzano. Bonavitacola e Picarone sono stati i pontieri tra De Luca e gli esponenti del Consiglio, gli uomini deputati al controllo e all’indirizzo delle operazioni, entrambi con una “mission” ben precisa: garantire l’elezione a presidente di Andrea Prete, industriale da sempre vicino a De Luca, da sempre – si può tranquillamente aggiungere – con l’aspirazione di leader del’ente camerale. Ma se Bonavitacola e Picarone sono stati gli uomini di Governo deputati ad esplorare le “segrete” stanze dell’ente, un ruolo ancor più importante nella soluzione della vicenda Camera di Commercio lo hanno svolto, ognuno per la propria parte e per la propria componente Sergio Casola, presidente degli Artigiani, e Mauro Maccauro, presidente di Confindustria. Il primo ha mediato, trattato, ragionato con artigiani e commercianti, il secondo ha provato a fare sistema con le varie anime degli industriali presenti a diverso titolo in Consiglio. Senza la formidabile mediazione di Casola e Maccauro sarebbe stato impossibile arrivare alla vigilia delle elezioni con un nome condiviso, appunto quello di Andrea Prete. Ovvio che ora bisognerà tradurre in voti, consensi, quanto è stato promesso in fase preliminare. La partita più delicata, se possibile, la si è giocata proprio negli uffici di Confindustria di via Fatima dove, nonostante la rappresentatività di Prete – ex presidente di Confindustria Salerno – Maccauro ha dovuto lottare per garantire al candidato in pectore il giusto numero di voti. Sotto quest’aspetto l’endorsment di Ilardi, da sempre in conflitto con Maccauro, è da considerare un successo diplomatico a tutti gli effetti. E poi? E poi toccherà a Prete, con l’avallo forte di Vincenzo De Luca, dimostrare che la sua è stata una scelta felice, che il passo indietro fatto dagli artigiani ha avuto un senso, che la compattezza degli industriali è stata ripagata. Un anno di tempo per confermare i buoni propositi oppure rimettere tutto in discussione.
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