La parola fine sulla tortuosa vicenda giudiziaria che ha accompagnato in un iter lungo dici anni la costruzione dl Crescent, l’edificio monumentale a forma di mezzaluna disegnato dall’archistar Bofil ma diventato anche insieme alla Piazza il simbolo del la strategia politica amministrativa dell’allora
sindaco di Salerno Vincenzo De Luca , attuale presidente della regione Campania, si scriverà il prossimo 23 luglio. Per quella data è stata infatti fissata al 23 luglio la sentenza sul processo in appello l’edificio costruito sul nuovo fronte del Mare, per il quale lo stesso De luca è imputato insieme e alla sua giunta, dirigenti e funzionari del Comune e della soprintendenza e gli imprenditori delle due società che hanno realizzato l’edificio, Rainone e Chechile. ieri Nell’aula bunker del Tribunale di Salerno, la parola alla difesa con gli avvocati Agostino De Caro e Lorenzo Lentini che hanno chiesto alla Corte di confermare la sentenza di primo grado di piena soluzione e dichiarare inammissibili o rigettare gli atti di appello proposti dalle parti civili. La richiesta di confisca del bene è stata dichiarata dai legali infondata, illegittima ed immotivata visto che nessuno degli atti nuovi rifatti dopo l’annullamento delle precedenti autorizzazioni è stato mai contestato. Rispetto alla accusa poi di collusione tra pubblico e privato, è stato ricordato che ad approvare la trasformazione urbanistica e la nascita del Crescent fu l’intero consiglio comunale nel 2008 e che chi realizzerà l’opera dal 2010 ha dovuto affrontare anche un lungo contenzioso legale con la prima impresa che si era aggiudicata l’appalto.
Infine e non ultimo nella sua arringa l’avvocato Lentini ha anche ricordato che per via di un penale sancita dallo stesso bando nel caso di sentenza negativo sulla lottizzazione abusiva il comune sarebbe costretto ad un risarcimento milionario nei confronti delle imprese che lo porterebbe in dissesto economico.