La mobilitazione generale dei lavoratori della Provincia di Salerno si è consumata nell’indifferenza della politica locale. Venerdì, infatti, nessun sindaco del territorio ha preso parte alla manifestazione. A confermarlo Vincenzo Della Rocca, sindacalista della Funzione Pubblica della Cisl Salerno. “Duole constatare il disinteresse partecipativo di tutti i primi cittadini del Salernitano, inconsapevoli che le loro comunità rischiano il ripetersi di spiacevoli situazioni quali la chiusura delle scuole, per mancanza del piano calore durante il periodo invernale, nonché l’impraticabilità delle strade provinciali. Scuole e strade rimangono aperte solo grazie all’assunzione di forte responsabilità dei dirigenti e dei dipendenti della Provincia. Plaudiamo per la presenza istituzionale, e per la condivisione del documento consegnato al Prefetto di Salerno, al termine della manifestazione, da parte dell’amministrazione provinciale rappresentato dal vice presidente Luca Cerratani”.Parole di delusione, confermate anche dai segretari provinciali dei sindacati confederali di categoria, Pietro Antonacchio della Cisl, Donato Salvato della Uil e Angelo De Angelis della Cgil. “L’Ente Provincia di Salerno, come d’altronde tutte le altre in Italia, rimangono fortemente sofferenti dal mantenere l’equilibrio di bilancio tanto da costringere per le irresponsabili decisioni governative, dal dichiarare lo stato di dissesto finanziario ai sensi dell’articolo 244 del Decreto legislativo 267 del 2000, e obbligate loro malgrado, a constatare l’insostenibile mancanza di liquidità di cassa. L’attuale condizione di disequilibrio economico finanziario, compromette e non è in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni primarie, ed ulteriore aggravio è stato determinato con la manovra finanziaria del 2015, che ha previsto ulteriori ed insostenibili obblighi di contenimento della spesa accompagnati da conseguenti oneri di riversamento dei risparmi così conseguiti nelle casse dello Stato”, hanno detto. Per i rappresentanti sindacali, infatti, mancano le risorse economiche per mantenere i servizi. “Nella nostra regione alcune servizi sono già stati chiusi o fortemente ridimensionati, al punto che in alcuni territori è ormai divenuto impossibile garantire la manutenzione delle scuole e delle strade. Il dissesto economico degli enti locali minaccia i servizi fondamentali alla cittadinanza, il posto di lavoro dei dipendenti e anche le buste paga”, hanno continuato. Per Cgil, Cisl e Uil, infatti, non si può andare avanti così. “Servono risorse economiche e umane se si vuole continuare a garantire quanto finora hanno garantito le Province. I tagli sono una perdita per i lavoratori ma soprattutto perdita di servizi per i cittadini. Nel documento di assestamento di bilancio dello Stato, volutamente disconoscono l’esito del referendum di novembre scorso, che ha decretato la non soppressione delle Province, e scientemente non prevedendo adeguato incremento di risorse aggiuntive sufficienti a garantire la manutenzione delle scuole, delle strade, dell’ambiente e degli stipendi dei dipendenti stessi. Si corre il rischio del ripetersi di spiacevoli situazioni quali la chiusura delle scuole, per mancanza del piano calore durante il periodo invernale, nonché l’impraticabilità delle strade provinciali: scuole e strade rimangono aperte solo grazie all’assunzione di forte responsabilità dei dirigenti e dei dipendenti della Provincia, con gravi rischi di natura contabile e penale, sebbene abbiano lavorato, con abnegazione, per alcuni mesi senza percepire nemmeno un euro di stipendio situazione che può ripresentarsi con effetti negativi sui nuclei familiari degli stessi. Pertanto, chiediamo un autorevole intervento affinché non si verifichino più simili situazioni in un prossimo futuro, ridando dignità al lavoro, ai lavoratori e certezze ai cittadini che usufruiscono dei nostri servizi dettati dalla Costituzione”.
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