QUEL PROBLEMA SOTTOVALUTATO…

Il merito e l’interesse. Entrambi legittimi e degni di considerazione, l’uno e l’altro, ora più che mai, sembrano configgere. Eppure, da anni esisteva un problema, quello della multiproprietà, che qualcuno aveva segnalato e che molti avevano preferito ignorare. Un problema posto in maniera aperta e chiara anche e soprattutto durante la scorsa stagione dai tifosi. Si ricorderà che in tante città d’Italia, davanti agli stadi in cui la Salernitana era di scena, come nei pressi delle sedi di Figc e Lega, erano comparsi striscioni semplici ed incisivi: No alla multiproprietà c’era scritto e quel grido di dolore era anche un monito, un campanello d’allarme. In fondo, al tifoso sta a cuore più di ogni altra cosa che la sua squadra possa migliorare sempre, senza avere limiti e paletti da rispettare. E, dunque, con la Salernitana in B dall’ormai lontano 2015 il nodo andava sciolto per tempo. Ovviamente, non si poteva imporre a Lotito e Mezzaroma di cedere la Salernitana ad un prezzo irrisorio, ma, certo, quando si chiedeva loro come si sarebbero regolati in caso di promozione non c’è mai stata una risposta esaustiva, se non in una circostanza, ossia dopo un Salernitana- Spezia del 2018 quando Lotito non esitò a rispondere che avrebbe venduto la società granata. Lotito, appunto. Mezzaroma, invece, non s’è mai espresso e, soprattutto, non ha mai preso in considerazione ufficialmente l’idea di cedere la sua parte, anzi anche recentemente ha rivendicato il suo diritto a fare impresa. Ed allora, oggi che tutti parlano della questione Salernitana, che tutti si chiedono cosa sarà del club granata, vien quasi da sorridere a chi ne ha parlato per anni. Ora, però, le chiacchiere stanno a zero. Le parti in causa hanno i loro interessi da tutelare, ma sicuramente non può essere trascurato il merito sportivo e il desiderio di Salerno di vedere la propria squadra in serie A.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto