Abituiamoci alle montagne russe. Questo campionato cadetto, cambiato nella forma con 19 squadre, è molto diverso anche nella sostanza e lo sarà ancor di più dopo la sessione invernale di calciomercato. Abituiamoci, allora, all’incertezza, a risultati inattesi e imprevisti, soprattutto ad un grande equilibrio tra le forze in campo. Quest’anno è così: meno squadre, più competizione, maggiore incertezza. E così non deve meravigliare lo stop della capolista Verona a Salerno sul campo di una squadra reduce da una pesante sconfitta subita nel derby di Benevento e un pareggio casalingo contro l’Ascoli, così come il tonfo casalingo della corazzata Benevento contro il Foggia. Si può vincere e perdere con tutti, bene stamparselo in testa perchè quest’anno funziona così. C’è un equilibrio di valori quasi esasperato e non succedeva da tempo. In casa granata si può tirare un sospiro di sollievo dopo due partite in apnea che avevano aperto il campo a molti dubbi. Attenta, questa volta con le idee ben chiare in testa, contro la capolista Verona, la Salernitana ha potuto fare la sua partita, quella che più le si addice. Ha lasciato il pallino del gioco in mano agli avversari ed ha colpito di rimessa sfruttando le sue caratteristiche. Per come è al momento, ovvero senza una fonte di gioco ispirata come potrebbe essere ad esempio Di Gennaro (se solo questo benedetto ragazzo al netto degli acciacchhi si calasse completamente nella nuova realtà), la Salernitana è squadra più abile a contrattaccare e che accusa qualche limite quando deve fare la partita, quando blasone e pronostico impongono una condotta diversa. Contro il Verona, capolista super-favorito, abbastanza spocchioso nell’approccio alla partita, c’erano – allora – tutte le condizioni per poter far bene è così è stato. Certo c’ha pensato, poi, Micai con un super intervento alla fine a garantire alla truppa di Colantuono un fine settimana sereno, ma il dettaglio non macchia una prestazione gagliarda e coriacea impreziosita dal gol di Jallow su perfetto assist di Casasola che per l’occasione ha finalmente intepretato con qualità il ruolo affidatogli da Colantuono. Restano ancora un po’ di rebus da risolvere come ad esempio il rendimento di Castiglia, l’asfitticità di Djuric, “il caso” Di Gennaro, ma intanto meglio affrontare i problemi con la pancia piena e senza angosce perchè, lo dicevamo in precedenza, bisognerà abituarsi all’estrema incertezza di un campionato livellato come non succedeva da tempo.
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