La sconfitta col Bologna ed i risultati maturati ieri ad Empoli e Cagliari hanno delimitato il perimetro della zona salvezza. La Salernitana è ultima ed è staccata di tre punti dal Verona, di quattro da Udinese ed Empoli e di cinque dal Cagliari che ha ribaltato nel recupero il Sassuolo. Il discorso salvezza non esclude anche altre formazioni, compresi i neroverdi emiliani, ma è chiaro che tuttoavrà senso solo nella misura in cui la Salernitana sarà stata capace di riaprire i giochi. Un moto d’orgoglio, un sussulto, un lampo. E’ questo che i tifosi chiedevano alla squadra domenica scorsa e la richiesta è stata estesa anche ai vertici del club. Negato l’incontro a caldo ai tifosi che si erano radunati all’esterno della tribuna, nella giornata di ieri il presidente Iervolino ha seguito da Roma l’evolversi della situazione. Ribadita la fiducia ad Inzaghi, il massimo dirigente granata ha chiesto al perennemente in bilico direttore sportivo De Sanctis di stare vicino all’allenatore che ha cercatodi dare una svolta, mettendoci impegno e passione ma che non è ancora riuscito a dare identità e certezze ad un gruppo che resta preda di una sorta di sfiducia strisciante, svuotato e fiaccato da tensioni interne. Delusa dalla squadra, che non riesce a mettere in campo quella furia agonistica che in una situazione del genere dovrebbe essere l’ingrediente base, la tifoseria si sarebbe aspettata una presa di posizione forte da parte del presidente attraverso parole decise e al tempo stesso rassicuranti, suffragate da fatti concreti. All’assenza di segnali in tal senso ha fatto seguito lacontestazione che si è trasferita dall’Arechi alle strade della città e non solo dove ieri sera sono stati esposti striscioni con i quali si è espressa con toni anche forti la delusione per la mancanza di un confronto e di segnali incontrovertibili circa la voglia del club di uscire dalla crisi. Non è la posizione in classifica o la possibile retrocessione a preoccupare, bensì questa sorta di immobilismo misto ad una sensazione di impotenza a cui la Salernitana sembra essersi consegnata. In nome dell’autosostenibilità il club ha bloccato gli investimenti, limitandosi a piccoli movimenti di mercatoche nel breve periodo si sapeva bene non avrebbero spostato gli equilibri. Il bilancio merita sempre un occhio di riguardo, ma il patrimonio tecnico e la categoria sono altrettanto importanti. C’è margine per recuperare terreno in classifica ed anche per ricucire il rapporto con la piazza. Non serve chiudersi dentro il castello delle proprie ragioni. Serve ritrovare la voglia di comunicare i messaggi giusti per alimentare entusiasmo e passione e servirà condurre un mercato ambizioso e concreto per non consentire più in futuro al Bologna di turno di passeggiare all’Arechi dove storicamente anche le grandi hanno tremato e sono cadute.