“S.AV.E.L.OVE CURIAMO LA RELAZIONE”, UNA RETE DI LEGAMI PER I FIGLI DEI DETENUTI

Un’alleanza per le relazioni per unire tre mondi difficili, famiglie, giovani ed istituzioni, per tutelare i diritti ed i legami affettivi dei minori con genitori detenuti.

È questo il primo punto nell’agenda delle priorità che il progetto “S.Av.E.L.ove CuriAmo la relazione” della Fondazione Comunità Salernitana, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha redatto con l’Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno, e una rete di altri 19 partner, per intervenire in quello spazio di doppia privazione definito “genitorialità in pausa”.  Una rete oltre le sbarre, in sinergia con gli istituti penitenziari di Salerno (Casa Circondariale “A. Caputo” di Fuorni), Avellino (Casa Circondariale “A. Graziano” di Bellizzi), Eboli (Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze e/o Alcol.

Il progetto che riguarda circa 500  minori presi in carico attraverso il personale dell’area educativa interna e grazie ai partner presenti nei territori delle due province coinvolte è stato presentato questa mattina nel corso di un incontro presso la sede della Fondazione Comunità Salernitana di Via Romualdo Guarna a Salerno presieduta da Antonia Autuori alla presenza tra gli altri dell’Arcivescovo di Salerno Monsignor Andrea Bellandi, del Questore di Salerno Giancarlo Conticchio, della Direttrice del Carcere di Salerno Gabriella Niccoli.

Il progetto punta a genere effetti positivi sui minori, pensando anche ad un approccio don il carcere accogliente a misura di bambino, per stemperare la durezza di un luogo particolare. Singolare il racconto del questore di Salerno Giancarlo Conticchio di un bimbo figlio di un detenuto che sogna di fare il poliziotto .

Autore dell'articolo: Barbara Albero