Tornare a vincere in casa è la missione, non impossibile, che la Salernitana deve compiere questo pomeriggio. Contro il Brescia di Brocchi e dell’immarcescibile bomber, l’airone Caracciolo, ma anche dell’ex capitano della Lazio, Mauri, i granata devono centrare i tre punti che all’Arechi mancano da quasi due mesi. Una sola gioia su quattro gare interne nel 2017 è poca cosa e, soprattutto, un dato che stride con la tradizione e con i numeri perchè nel suo stadio la Salernitana è sempre stata in grado di fare la voce grossa sostenuta da un pubblico numeroso e caloroso. Anche sotto questo aspetto il trend delle ultime gare è in controtendenza. Per la gara odierna sono stati venduti oltre duemila tagliandi fino a ieri sera, ma il tetto dei diecimila al momento appare lontano. Salerno chiede alla Salernitana, intesa come squadra e come proprietà, un segnale. La piazza attende che scocchi nuovamente quella scintilla che nell’era Lotito- Mezzaroma pareva destinata a diventare un fuoco inestinguibile nei giorni della promozione in serie B alla quale, però, non è seguito quel salto di qualità nelle ambizioni e nella programmazione che si auspicava. Gli ultras hanno preso posizione e, soprattutto, le distanze da quello che oggi è la Salernitana, da chi la rappresenta in campo e dietro la scrivania, da chi ne decide le sorti, insomma, sotto tutti i punti di vista. C’è bisogno di rilanciare, di rinfocolare gli animi, riaccendendo la passione. La proprietà ha il diritto di fare le scelte che ritiene più giuste, ma anche il dovere di ascoltare gli umori della piazza che, non va dimenticato, è stata capace di far registrare numeri da record al botteghino nelle passate stagioni e non ha mai fatto mancare il suo sostegno. Lotito e Mezzaroma sono chiamati a rispondere alle richieste della tifoseria. Impegnati sul fronte politico, perché la rielezione di Tavecchio alla presidenza della Figc non ha certo chiuso il cerchio visto che ora dovranno essere eletti i presidenti della Lega di A e B, non possono ignorare la delicatezza del momento che si vive a Salerno dove c’è un potenziale, inteso come pubblico, da serie A che va coltivato e non mortificato. Da ieri Marco Mezzaroma è in città. Il patron ha assistito all’allenamento della prima squadra, ha fatto due chiacchiere con Bollini, ma ha anche salutato i ragazzi delle squadre giovanili verso cui ha da sempre un’attenzione particolare, anche se il lavoro da fare è ancora notevole. Da settimane, Adriano Ciardullo sta seguendo le vicende delle giovanili ed oggi sarà a Roma al seguito della formazione Primavera che sfiderà la corazzata giallorossa, ma, oltre a definire i quadri dirigenziali, il club granata deve dare una casa alle sue squadre. E Mezzaroma ha approfittato della sua presenza a Salerno per visitare la struttura di Castelrovere dove, ormai vent’anni fa circa, Aniello Aliberti immaginava di far nascere quella Salernello che è rimasta un sogno nel cassetto e che ora Lotito e Mezzaroma stanno pensando di far diventare realtà. Se così fosse, sarebbe un segnale molto importante e, di sicuro, rappresenterebbe il vero, grande investimento della proprietà romana per garantire un futuro solido alla Salernitana. Oggi all’Arechi Mezzaroma e Lotito potranno respirare il clima che s’è creato intorno alla squadra e che non è certo quello dei giorni migliori. La contestazione in occasione della gara con la Spal ha smosso le acque, ha fatto capire che Salerno non vuole vivere nel limbo, non è patria di amori tiepidi, ma ha una passione che vuole tornare ad esplodere ma chiede di essere incentivata. Messaggio forte e chiaro, ai patron tocca rispondere.
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