Come ad Udine, a distanza di poco più di due settimane, ecco servita l’ennesima partita fantasma. Protagonista non presente la Salernitana, bloccata dall’Asl competente il 20 dicembre alla vigilia del match in Friuli e messa in quarantena nei giorni scorsi per l’emersione di altri casi di positività nel gruppo squadra. Un focolaio in piena regola, secondo l’Asl, ma non tale da far rinviare la partita secondo la Lega. E, dunque, dopo Udinese- Salernitana, anche Salernitana- Venezia sarà partita dal risultato sub iudice. Si attendono le decisioni della giustizia sportiva, poi la società granata farà valere le sue ragioni attraverso l’opera dell’avvocato Edoardo Chiacchio. La giornata odierna in massima serie si sarebbe dovuta rinviare in blocco. Non lo ha fatto la Lega per ragioni di calendario, spalleggiata dalla Figc che vuole evitare intasamenti in vista della decisiva settimana di fine marzo quando la Nazionale di Mancini si giocherà la qualificazione ai Mondiali in Qatar. Una eliminazione segnerebbe un vero e proprio disastro economico, politico e sportivo. La speranza dei tifosi ed anche della nuova proprietà è che si possano disputare sul campo le partite interessate dai provvedimenti dell’Asl locale anche per non compromettere le possibilità di salvezza che ad oggi non sono moltissime, ma che, qualora si possa presto operare concretamente sul mercato, potrebbero anche subire una impennata. A patto che non siano persi a tavolino punti che per la Salernitana sono vitali. Non essendo stato predisposto un protocollo, non essendo stata prevista una linea d’azione, è chiaro che ogni decisione che dovesse essere adottata in futuro a riguardo sarà sostanzialmente politica. Una squadra in quarantena mentre l’altra scende in campo. Dopo aver evitato quasi allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo dell’anno un epilogo che non sarebbe stato certo positivo per la sua immagine con la radiazione della Salernitana, ora la Figc è chiamata ad indicare la strada maestra al calcio italiano anche sulla tematica sanitaria. Non sarebbe meno disdicevole per Lega e Federazione una classifica del massimo campionato costellata di asterischi per partite sub iudice, magari decise a tavolino ed oggetto di ricorsi. Il calcio italiano, però, sembra non riuscire a trovare il modo per stare lontano dai guai.
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