Le vittorie fanno sempre piacere e morale, ma quelle conseguite d’estate vanno interpretate, analizzate, valutate a trecentosessanta gradi. La Salernitana avanza in Coppa Italia, espugnando ai rigori il Vigorito e riuscendo a mantenere inviolata la propria porta per due ore di gioco, cosa che, viste le difficoltà in tal senso evidenziate nello scorso campionato, non può che essere accolta con soddisfazione. Tuttavia, anche la Salernitana di Torrente, dodici mesi fa, intraprese con due vittorie di misura e senza gol al passivo il suo cammino che, qualche mese dopo, sarebbe diventato un calvario. Ed allora, al di là della legittima soddisfazione per la qualificazione ottenuta ai danni di una pari categoria che ha condotto una campagna acquisti importante, bisogna leggere con attenzione tra le pieghe della serata del Vigorito. Innanzitutto, il modulo. Pur in emergenza, Sannino ha optato per il “suo” 4-4-2, il canovaccio provato con più insistenza in ritiro in cui c’è stato l’ingresso di Busellato, tanta quantità e personalità da parte dell’ex Ternana, in mezzo al campo con la conferma di Caccavallo e Zito sulle fasce, ma anche con la bocciatura di Laverone, cui è stato inizialmente preferito Tuia come laterale difensivo a destra. Con le scelte iniziali Sannino ha mandato qualche messaggio: se la Salernitana dovrà giocare con la difesa a 4, ipotesi molto probabile in caso di arrivo di Rosina (il 4-3-1-2 sarebbe, a quel punto, la soluzione base), bisognerà attingere al mercato per blindare l’out destro tanto più che appare difficile la convivenza sulle corsie laterali di Laverone e Vitale, dotati di gamba e portati alla spinta, ma entrambi non ermetici in fase difensiva. Un centrale mancino non guasterebbe per completare il reparto arretrato. A centrocampo, oltre al rientro di Odjer, ieri assente per squalifica, occorre inserire qualche altra pedina e, al di là del modulo, non sarebbe sbagliato aggiungere un po’ di centimetri e qualità. La mancanza di esterni offensivi è nota, ma in un certo senso potrebbe rappresentare un falso problema, superato dall’innesto di un trequartista, Rosina. Resta il fatto che l’ex del Bari non può essere considerato la soluzione a tutti i problemi. Se arriverà, Rosina dovrà essere l’uomo in più, colui il quale dovrà fornire un valore aggiunto ad una rosa che dovrà già di per sè essere completa, obiettivo ancora lontano visto che in attacco mancano alternative di spessore a Coda e Donnarumma, ed il solo Caccavallo, per quanto abbia fin qui dimostrato di potersi rendere utile, non può bastare. C’è da fare, ma questo era scontato. Resta da capire entro quanto si provvederà a completare l’opera. Mancano all’appello diverse pedine e, si sa, prima arriveranno, meglio sarà. Tra sei giorni sarà di nuovo Coppa Italia, tra meno di venti scatterà il campionato. Chi ha tempo, non aspetti tempo. Altrimenti l’estate 2016 non sarà tanto diversa da quella passata. E non sarebbe, certo, il modo migliore per cominciare per una società che, solo un mese fa, annunciava di aver imparato la lezione.
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