La partita con la Sampdoria è nel mirino di Stefano Colantuono da tempo. In fondo, pur avendo provato a mettere in difficoltà Napoli e Lazio e coltivato la speranza di strappare qualche punto, il trainer granata sapeva bene che sarebbe stata quella con la formazione blucerchiata la gara della verità. Dopo aver conquistato tre punti nelle prime quattro gare della sua gestione, Colantuono si appresta a vivere cinque giorni cruciali. Samp e Cagliari daranno molte risposte e, dopo queste due partite, in attesa che arrivi il 5 dicembre, data già cerchiata in rosso sull’agenda di tutti i tifosi granata, si avrà un quadro molto più delineato in merito alle possibilità di salvezza della Salernitana. Sette punti finora conquistati ed un ciclo terribile all’orizzonte: non si può essere originali, ma bisogna essere realisti e concreti in questa fase della stagione che è un passaggio ancor più cruciale per le note vicende legate alla sempre più farraginosa cessione del club e, dunque, almeno sul campo occorre fare punti. Tre con la Samp più sgangherata degli ultimi anni sarebbero un toccasana potentissimo per la Salernitana che, a sua volta, non sta benissimo e deve aggrapparsi ad un indomito guerriero di anni 38, uno che avrebbe potuto, forse dovuto, vincere il Pallone d’Oro e che sta cercando di compiere una impresa di portata enorme: Franck Ribery ha suonato la carica anche sui social, chiamando a raccolta i tifosi in vista di domenica. In una Salernitana in cui nessuno ha in fondo titoli e credibilità per parlare alla gente, al francese tocca essere leader in campo e fuori. Lo ha fatto fin dal primo giorno, lo sta facendo ancora di più in questo frangente che potrebbe rivelarsi il momento della verità. Si profilano all’orizzonte settimane decisive, in cui saranno operate scelte che potrebbero essere senza ritorno. Chi ha in mano le sorti della società, saprà bene quale grande responsabilità gli sia stata affidata. E, forse, dopo le uscite un po’ estemporanee dei mesi scorsi, ora sarebbe opportuno che anche il generale Marchetti tornasse sulla scena, magari per rassicurare i tifosi attraverso un dialogo serio, schietto e leale con il Sindaco di Salerno. E’ presso Palazzo di Città che vide la luce l’era romana, e sempre lì c’è stato l’omaggio ai patron dopo la promozione. Ed in quella occasione sarebbe stato giusto che Lotito e Mezzaroma, prima di congedarsi, cedessero ufficialmente al Sindaco i segni distintivi della passione e della storia granata. In attesa del 5 dicembre, però, ora più che mai sarebbe opportuno e doveroso che chi sta amministrando la Salernitana e sta gestendo la fase di transizione imposta dal varo di un trust sui generis senta anche la necessità di muovere un passo ufficiale. La città di Salerno merita rispetto e chiarezza. Se a giugno ci si diceva pronti a schierarsi al fianco della proprietà contro la Figc, ora si richiami alle proprie responsabilità chi deve prendere decisioni cruciali per la vita della Salernitana.
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