A pranzo insieme dopo l’allenamento di scarico del lunedì mattina: così Colantuono ed i calciatori granata hanno provato a digerire la sconfitta con la Samp e a guardare avanti. Il calendario si fa fitto ed anche in salita, ma, prima delle gare con Juventus, Milan e via discorrendo, c’è un’altra partita da dentro o fuori. Venerdì sera la Salernitana giocherà a Cagliari in una sorta di derby tra ultime della classe. La squadra di Colantuono è reduce da tre sconfitte di fila, ha conquistato solo tre punti dopo il cambio in panchina e comincia a vedere un po’ più lontana la zona salvezza. Il distacco non è ancora incolmabile, ma, dopo la sconfitta interna con la Samp, l’unica via possibile per uscire dalla crisi è fare punti almeno a Cagliari. E, di certo, non sarà facile perché i sardi hanno una rosa importante ed un allenatore esperto insieme a dei problemi innegabili, senza i quali non sarebbero dove sono in classifica. La Salernitana dovrà mettere in campo tutto l’orgoglio ed il carattere di cui dispone. I fischi di domenica scorsa hanno fatto male ai calciatori che hanno limiti tecnici e si ritrovano ad affrontare quasi sempre avversari nel complesso superiori. In alcune occasioni l’impegno, la voglia, il carattere, esaltati anche dalla capacità di Ribery di chiedere al suo fisico più del possibile, sono serviti a fare risultato o a fornire almeno prestazioni meritevoli degli applausi. Il punto è che tutto ciò non basta, o non sempre basta perché la cifra tecnica, ma anche la capacità atletica di tanti calciatori granata non è in linea con i minimi sindacali richiesti per stare in massima serie. Si torna sempre al peccato originale, all’estate del trust e del mercato in pillole ed è lì che affondano le radici della crisi attuale, che è poi lo spartito più o meno abituale di questo primo terzo di campionato. E, forse, tutto ciò ha anche un po’ smembrato il gruppo, sfilacciandolo, facendogli perdere quella coesione che dovrebbe contraddistinguere le matricole. Venezia e Spezia, per fare degli esempi, non sono di tanto superiori tecnicamente, ma sembrano essere più squadre. Basta interpretare alcuni gesti, scrutare i volti dei protagonisti per capire anche senza aver bisogno delle parole di circostanza. Tuttavia, la squadra granata, pur avendo ben chiara la situazione tecnica in cui si trova, vuole e deve giustamente provare a fare il massimo. A Cagliari i granata dovranno giocare con lo spirito messo in campo in diverse occasioni e che è stato apprezzato dai tifosi. Orgoglio, cuore, carattere: concetti belli, affascinanti, anche importanti, ma, certo, non sempre sufficienti. Per la qualità, per poter essere pericolosi, incisivi, ficcanti in zona gol serve altro. Ed allora ci si aggrapperà ancora a Ribery, ammesso che le condizioni del suo ginocchio gli consentano di scendere in campo dal primo minuto. Il francese non vuole mollare, Colantuono spera di averlo a disposizione ed intanto studia anche possibili soluzioni di scorta. Un nuovo modulo senza Fr7 è al vaglio, magari con Bonazzoli faro della manovra offensiva ed un difensore in più per tenere a bada Joao Pedro e Keita.
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