SALERNITANA: CINQUE GIORNI PER SAPERE –

“Un giorno da onorare, una fede da tramandare”. All’esterno dello stadio Vestuti campeggia questo striscione in cui è stato ben racchiuso il senso del 19 giugno, data simbolo per la storia della Salernitana. Il compleanno numero 102 non ha portato in strada il fiume di gente del Centenario, ma i

tempi sono diversi e la pandemia non può essere certo messa da parte. C’erano, però, diverse generazioni, dai nonni ai nipotini, con maglie e vessilli granata, rappresentazione di ciò che deve essere il tifo. Una tradizione, una identificazione, un rispecchiarsi nelle proprie radici ed origini. Non c’era la proprietà, ovviamente, impegnata a Roma in riunioni interminabili, conseguenza di una promozione in massima serie che non si sa quanto sia stata programmata se oltre quaranta giorni dopo è ancora in bilico l’iscrizione alla massima serie. In una dichiarazione rilasciata ad un quotidiano della Capitale, il Messaggero, Claudio Lotito ha assicurato che sta lavorando giorno e notte per cedere la Salernitana, anche se resta da capire a chi e come. Il tempo non è mai stato un alleato dei patron in questa vicenda, ma ora la clessidra ha sempre meno granelli di sabbia. Certo, la possibilità di andare oltre il 25 giugno non è proprio peregrina, ma la Figc chiede segnali forti e chiari. Il trust potrebbe essere una scialuppa di salvataggio su cui far salire la Salernitana, blindata dentro una cassaforte con il suo parco calciatori ed una dote da quantificare per poter operare sul mercato, in attesa di perfezionare una trattativa per la cessione. Il club granata e la Figc si sono confrontati la scorsa settimana, ma non hanno trovato l’intesa. Ci riusciranno ora? Chissà. Mai esplicitate, le intenzioni di Lotito e Mezzaroma restano affidate a veline, a spifferi, ad interpretazioni più o meno utili alla causa di questo o quello. Un compleanno dopo la promozione in serie A non è capitato tante volte nella più che centenaria storia della Salernitana. Non si tratta di non accontentarsi, di non riconoscere le difficoltà che il mondo del calcio e il mondo della imprenditoria in generale vivono, ma che in oltre quaranta giorni non ci sia stata una parola di chiarezza da parte dei proprietari del club questo è un fatto. Gli aggettivi atti a qualificarlo li lasciamo alla sensibilità di ciascuno. La cessione non è un esproprio, ma una prospettiva di cui dal 2013 i proprietari erano a conoscenza, una volta accettate le Noif ed incassata la deroga pluriennale concessa dalla Figc. Sono liberi di non cedere i due proprietari? Certo che sì. Nessuno vuole e deve obbligarli, ma, al tempo stesso, neanche la Figc può essere obbligata ad accettare soluzioni non trasparenti che possano andare in contrasto con le regole. Come uscirne? Ci sono persone preposte a trovare la soluzione. Il tempo stringe e questa è l’unica cosa che sappia

Autore dell'articolo: Nicola Roberto