Ieri la Salernitana ha perso in malo modo a Frosinone e si è fatta superare in classifica dai ciociari di Greco. Granata ora terzultimi con 18 punti, media inferiore all’uno a partita e decisamente insufficiente per sperare quanto meno di disputare i playout. Tanti errori, in campo e fuori, figli di confusione e paura. C’è confusione ai vertici del club dove ogni giorno si cambia idea su cosa fare, c’è paura ora anche in seno alla squadra che ha ben compreso il rischio che si corre perché questa Salernitana è inoffensiva e inconcludente e con questi presupposti può solo precipitare sempre più in basso. La presenza dell’imprenditore Giovanni Lombardi in tribuna presta sempre più il fianco a speculazioni che la società non provvede a stoppare e questa mancanza di chiarezza ed una comunicazione sempre contraddittoria sono lo specchio della confusione mentale che attanaglia il club e che ad ogni sconfitta fa finire sotto esame tutti e ad ogni vittoria fa tornare una condizione di instabile serenità sul cielo granata. Non se ne abbiano a male coloro i quali a vario titolo lavorano per la Salernitana, ma in questa fase nessuno può considerarsi esente da responsabilità. Le principali ricadono in capo alla proprietà che in estate ha scelto Petrachi ma gli ha imposto paletti rigidi entro cui muoversi ed il ds leccese qualche inforcata l’ha presa nel tentativo di fare lo slalom tra le varie esigenze a cui doveva rispondere. Se gli fosse stata data la possibilità di scegliere un attaccante pronto all’uso, di certo oggi la Salernitana non avrebbe una lacuna così clamorosa là davanti. Ci sono elementi che non hanno reso, ma Velthuis, per esempio, è stato preso perché la formula era vantaggiosa visto che si trattava di un prestito con obbligo condizionato. Altri calciatori avrebbero dato di più senza gli infortuni, ma il dato che conta è quello della classifica che impone alla Salernitana di cambiare totalmente approccio. Ci vogliono decisioni forti e tempestive, ma il problema è che questa società non si è mai distinta per questa dote. Ripensamenti e cambi di scenario sono stati la costante dell’era Iervolino che, dopo i fasti iniziali, ora rischia di passare alla storia come uno dei peggiori presidenti della storia della Salernitana. Mantenersi distante dalle luci della ribalta ed anche dalla squadra non riduce le responsabilità dell’imprenditore palmese che si sta rivelando poco avvezzo ad affrontare problemi e dinamiche del mondo del calcio e che continua ad accettare consigli da tutti, meno che dalle persone pagate e preposte a darne. Petrachi ora, Sabatini e De Sanctis prima: non c’è società in Italia che finisca così rapidamente e frequentemente col mettere in discussione il direttore sportivo di turno. Un aspetto da considerare perché spia di una incapacità di sposare con forza una linea programmatica e di portarla avanti anche al cospetto di qualche difficoltà. La Salernitana è a serio rischio retrocessione ed ora non è il tempo delle parole e delle riunioni fiume, ma dell’azione. Domenica a Catanzaro il campionato comincerà il suo giro di boa e la Salernitana al momento è una imbarcazione con le vele sgonfie e il timone fuori controllo. I tifosi sono giustamente delusi e preoccupati, ma se confusione e paura continueranno a regnare nel club non sarà facile invertire la rotta.
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