La Salernitana ha regalato due gol alla Cremonese, interpretando una gara tesa al dominio del gioco ma sporcata da errori nel palleggio che si sono rivelati fatali. La squadra di Corini non ha fatto molto per vincere, ma ha saputo approfittare dei gentili omaggi della squadra di Martusciello che è stata leggera e imprecisa nel disimpegno di Stojanovic che ha permesso a Collocolo di battere Fiorillo e di sbloccare la gara e poi pasticciona con Tello che ha perso palla ed ha permesso ai lombardi di andare in porta con Bonazzoli felice per il gol ritrovato ma anche pronto a scusarsi coi suoi vecchi tifosi dopo un gesto liberatorio di esultanza. Nella ripresa l’incornata di Ferrari ha riaperto i giochi e Tongya ha sfiorato il pareggio chiamando all’intervento Fulignati. I cambi della ripresa non hanno migliorato le cose, anzi Braaf è stato disastroso mentre Maggiore e Wlodsarczyk hanno avuto pochi minuti per incidere. Un po’ meglio Kallon e Torregrossa, ma ancora una volta la Salernitana ha chiuso con Tongya mediano puro, ossia il calciatore che ha più forza nelle gambe per strappare e calciare in porta allontanato dalla porta avversaria per cercare in altri un guizzo che non è arrivato così come non era arrivato da Verde, che ha avuto l’unico merito di aver calciato bene il piazzato da cui è nato il gol della Salernitana che ha vinto una sola delle ultime sette partite giocate e che nelle ultime cinque ha segnato solo con Tello e Ferrari, smarrendo completamente la via del gol con le punte che non tirano neanche in porta. E domani all’Arechi c’è il Cesena che si gode la vittoria sul Brescia e i gol del capocannoniere Shpendi, anni fa proposto, insieme al gemello Stiven, anche alla precedente proprietà e gestione sportiva granata che declinarono senza pensarci su. Martusciello ha dichiarato nel post partita di essere in discussione fin da luglio, ma al di là delle parole del tecnico, la realtà è questa: la società ritiene di aver allestito una squadra competitiva, lo ha ribadito anche il presidente Busso, dimenticando che l’estate è stata caratterizzata da tantissime cessioni e da operazioni in entrata che venivano autorizzate solo a determinate condizioni. La sostanza è che il tecnico è finito nel mirino, a ragione o meno è un altro discorso. Di sicuro, se da un lato il suo progetto di gioco richiede determinati passaggi ed anche delle esperienze negative e dolorose, dall’altro è pur vero che il campionato non aspetta e che fare punti sia necessario non per andare in serie A, obiettivo per il quale ci sono diverse squadre che hanno investito di più, ma per non essere risucchiati nel pantano della zona bassa. Ecco perché serve tirarsi subito su e la partita di domani col Cesena appare come una prova d’appello un po’ per tutti.
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