Sei punti in cinque giornate, quattro risultati utili di fila, una posizione in classifica che certifica un margine di quattro lunghezze sulla zona retrocessione. Numeri di inizio stagione, praticamente ancora estivi e frutto di partite giocate in regime di mercato aperto o appena chiuso: tutto, quindi, vale fino ad un certo punto nel senso che nel bene come nel male sarebbe un errore dare ai primi risultati stagionali il crisma di sentenze passate in giudicato. Tuttavia, la Salernitana di Davide Nicola, allestita senza lesinare investimenti dalla proprietà, ha dimostrato di essere squadra di spessore, capace di stare bene in campo contro tutti gli avversari finora incontrati. A volte ha dominato, qualche altra ha subito ma è tutto nella norma del copione chiamato campionato di serie A. Non è facile vincere le partite, non è mai detto che un risultato sia irrecuperabile. Ecco perché per stare al passo con la massima serie occorrono testa e gambe, ma anche qualità e ricambi. E la gara di domenica a Torino, contro una Juve che in cinque giornate non ha mai perso ma ha messo insieme appena nove punti e che è reduce da una sconfitta europea ed ha diversi calciatori fermi al pallo, cade proprio al momento giusto. Da un lato, infatti, sarà l’ennesimo esame, magari di quelli che mettono un po’ più tensione alla vigilia, ma dall’altro sarà soprattutto una grandissima opportunità. Vale fino a un certo punto il discorso, che sarà anche giusto archiviare, del non aver nulla da perdere. Piuttosto, vale un altro tipo di discorso: contro la Juve la Salernitana non scenderà in campo da vittima sacrificale, perché ha una consistenza fisica e tecnica degna di una squadra della massima serie. Poi, come sempre, sarà il campo a dare i suoi verdetti. La Salernitana ha perso con la Roma, ma in trasferta è imbattuta e da Udine e Bologna è tornata anche con qualche mezzo rimpianto e più che altro con la certezza di aver messo paura all’avversario di turno. Nicola proverà a portare il concetto alle massime conseguenze e, dunque, l’obiettivo sarà quello di spaventare la Juve, non inventandosi nulla ma giocando il calcio che si conosce e provando a tenere alti i ritmi, cosa che fisiologicamente mette in difficoltà la compassata formazione di Allegri che, però, annovera tanti calciatori importanti nei suoi ranghi. Il collettivo granata contro le individualità bianconere. A proposito di singoli, Nicola valuta il lancio dal primo minuto di Daniliuc in difesa e Piatek in attacco. Scelte importanti e non banali anche per la delicatezza degli equilibri interni perché il passo successivo da compiere sarà quello di accettare l’idea di una sana concorrenza per una maglia da titolare. Specie in attacco, ora come ora, la Salernitana ha abbondanza e, dunque, di volta in volta fatalmente qualcuno resterà fuori. Bisognerà accettare ed avere la voglia di sovvertire scelte e gerarchie, ragionando nell’ottica della squadra. Che domenica avrà oltre duemila tifosi al seguito. Un bel numero per trasformare un esame in una opportunità.
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